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Gio. Gen 16th, 2025

La scritta “Residuo Zero” attira l’attenzione del consumatore, ma vi è una scarsa consapevolezza rispetto ai valori e alle garanzie che offre.

Serve maggiore informazione

Lo studio di Nomisma-AssoBio, presentato durante il convegno “Oltre il biologico. Innovazione, Fiducia e Sostenibilità per un Nuovo Rapporto con il Consumatore” in occasione di Marca 2025, ha fatto emergere dati significativi. L’evento, tenutosi a Bologna, è stato realizzato nell’ambito della campagna “Being Organic in EU”, promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione Europea.

Il marchio Bio continua a rappresentare per i consumatori italiani un sinonimo di salubrità e sostenibilità. Tuttavia, molti scelgono anche in base a claims ambientali presenti sul packaging, come “Residuo Zero”, che suscitano forte interesse, ma sono meno conosciuti nei loro dettagli distintivi.

Aumenta l’interesse per i prodotti bio in Italia

Secondo i dati Nomisma, nel 2024 almeno un prodotto bio è stato acquistato dal 93% della popolazione italiana tra i 18 e i 65 anni, pari a 24 milioni di famiglie. Un incremento notevole rispetto al 50% registrato nel 2012. Questo dato conferma la crescente attenzione degli italiani verso scelte alimentari sostenibili.

Scarsa conoscenza del claim “Residuo Zero”

L’indagine ha rilevato che due consumatori su tre associano erroneamente il claim “Residuo Zero” all’assenza totale di chimica di sintesi nei metodi di produzione. Tale percezione è più comune tra chi non consuma prodotti biologici e non conosce le differenze tra certificazione bio e “Residuo Zero”. Inoltre, il 23% dei consumatori ritiene che i prodotti senza residui offrano garanzie equivalenti al bio, mentre un altro 23% li considera addirittura superiori.

La percezione del prodotto bio sullo scaffale

Nonostante le asimmetrie informative, i consumatori attribuiscono ai prodotti bio un valore maggiore rispetto a quelli con etichetta “Residuo Zero”. L’82% considera il biologico sostenibile dal punto di vista ambientale, mentre il 71% riconosce l’assenza di chimica di sintesi nei processi produttivi. Inoltre, il marchio bio viene associato a sicurezza per la salute, trasparenza nei controlli lungo la filiera e migliori proprietà nutrizionali.

“Fare chiarezza sui green claims è fondamentale”

Silvia Zucconi, Chief Operating Officer di Nomisma, ha dichiarato: “Il biologico dimostra forte resilienza in un contesto di crescente interesse per la sostenibilità. Tuttavia, è essenziale fare chiarezza sui green claims, poiché rischiano di ridimensionare il ruolo del biologico nel percepito del consumatore”.

Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio, ha sottolineato: “Il biologico è l’unica forma di agricoltura certificata da normative europee che garantisce pratiche sostenibili. La crescita delle famiglie che acquistano bio dimostra l’attenzione verso scelte alimentari rispettose degli ecosistemi. È necessario investire in comunicazione e informazione per valorizzare i benefici del biologico”.

Il ruolo dell’industria e delle istituzioni

Nicoletta Maffini, Presidente di AssoBio, ha aggiunto: “Il biologico cresce a valore e volume, ma siamo ancora lontani dai livelli del Nord Europa. È fondamentale incentivare la collaborazione tra industria, distribuzione e istituzioni per sostenere il settore con azioni concrete e promuovere l’agricoltura biologica come soluzione per la salute del pianeta e delle persone”.

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