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Lun. Gen 27th, 2025


Il decreto del 21 gennaio 2025, firmato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, introduce misure stringenti per prevenire atti illegali e situazioni di pericolo all’interno e nei pressi degli esercizi pubblici. Le disposizioni includono l’obbligo di individuare un referente della sicurezza, segnalare tempestivamente situazioni critiche alle forze di polizia, installare sistemi di videosorveglianza e garantire un’illuminazione adeguata. Inoltre, viene introdotto il Codice di condotta per l’avventore “modello” e ribadita l’attenzione alla tutela dei minori, soprattutto in merito al divieto di somministrazione di alcolici e l’accesso agli apparecchi di intrattenimento.

Collaborazione tra gestori e forze dell’ordine


Il decreto mira a rafforzare la cooperazione tra i gestori degli esercizi e le forze dell’ordine, attraverso accordi specifici firmati tra i prefetti e le associazioni rappresentative degli esercenti. Le misure si applicano a una vasta gamma di attività, tra cui locali di somministrazione di alimenti e bevande, stabilimenti balneari, strutture ricettive e sale giochi, nonché locali con attività miste, come ristoranti con spettacoli.

“Responsabilità improprie per gli esercenti”


Fipe-Confcommercio, per voce del vicepresidente vicario Aldo Mario Cursano, esprime forte critica verso il decreto. “Siamo sconcertati non solo dal contenuto del decreto, ma anche dalle modalità con cui è stato concepito. È inaccettabile che la Fipe, principale associazione di rappresentanza del settore, non sia stata consultata”, ha dichiarato Cursano.

Secondo Fipe, il decreto sposta responsabilità proprie dello Stato sugli esercenti, già impegnati a garantire la sicurezza nei propri locali con sistemi adeguati e formazione del personale. Tuttavia, Cursano sottolinea che “non è compito degli esercenti occuparsi di quanto accade all’esterno dei propri locali”.

Richiesta di dialogo e revisione


Nella nota ufficiale, Fipe denuncia anche l’imposizione di obblighi onerosi, come l’installazione di sistemi di videosorveglianza e la nomina di referenti per la sicurezza, che gravano ulteriormente su un settore già colpito da costi elevati e adempimenti complessi.

“La funzione di ordine pubblico deve restare competenza esclusiva delle forze dell’ordine. Addossare ulteriori responsabilità agli esercenti è una scelta che penalizza un settore che offre un servizio alla cittadinanza”, si legge nella nota. Fipe chiede pertanto una revisione del decreto, sollecitando un dialogo trasparente e costruttivo con le organizzazioni di categoria.

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