Si chiude in negativo, come previsto, il 2024 del vino italiano nella grande distribuzione italiana, con una sofferenza, almeno in volume, per tutti le categorie di vino, ed in particolare per il vino comune. Con un leggerissimo aumento in valore, ma imputabile solo all’effetto inflazione, peraltro molto mitigato se si guarda all’incasso complessivo del vino.
Emerge dai dati di Circana su Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio Piccolo, analizzati da WineNews, che raccontano come le vendite in volume siano regredite del -3,4% sul 2023, a 436,4 milioni di liberi, per un valore stabile, a 1,9 miliardi di euro, a +0,8%.
A fare la parte del leone, nonostante un -2,5% in valore, per 161,6 milioni di litri, e con una crescita dello 0,6% in volume, a 1,05 miliardi di euro, il comparto dei vini Doc e Docg, il vertice qualitativo del vino italiano, che si conferma il segmento più venduto di gran lunga in valore, ma anche in volume.
A seguire, con 155,8 milioni di litri (-5,9%) e -0,5% in valore, sul 2023, il vino comune, che rappresenta ancora più di un terzo (il 35,5%) dei volumi venduti. A reggere meglio di tutti è il segmento dei vini Igt, con 111,6 milioni di litri (-1%) per 498,4 milioni di euro (+2,2%).
In caduta libera gli ormai sempre più marginali vini liquorosi passiti italiani, con 3,2 milioni di bottiglie (-6,1%) per appena 28,1 milioni di euro (-4,4%), mentre spicca, seppur con numeri piccolissimi, la crescita del vino estero, a +4,7% in volume, per 2,8 milioni di bottiglie, e 19,2 milioni di euro (+5,5%). Guardando ai diversi canali, i supermercati rappresentano oltre il 73% delle vendite di vino sia in volume (320,9 milioni di bottiglie) che in valore (1,4 milioni di euro).
Con i primi tre grandi player, ovvero, nell’ordine, Caviro, Cantine Riunite & Civ e Gruppo Italiano Vini – Giv (che fa parte delle stesso gruppo di Cantine Riunite, ndr), che coprono da soli l’11,3% del mercato in valore. Come ripartizione geografica, ancora, emerge dai dati il Nord-Est vale il 33,5% in volume ed il 35% in valore, seguito dal Centro Italia con l’aggiunta della Sardegna, con il 28% in volume ed il 30% in valore.