La felicità, si sa, passa anche dalla tavola: alcuni piatti hanno il potere di regalarci una sensazione immediata di benessere già al solo pensiero di mangiarli, con sapori che scaldano il cuore e alimenti che, al primo assaggio, ci offrono un momento di pura gioia.
Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Shopping di DoveConviene in occasione della Giornata Internazionale della Felicità, pasta, pane e pizza sono in cima alla classifica dei comfort food preferiti dagli italiani (36%), carboidrati noti per la loro capacità di stimolare la produzione di endorfine e migliorare l’umore. Seguono i dolci, scelti dal 29% dei rispondenti, con biscotti, cioccolato, torte e brioches, e piatti gustosi come hamburger e fritture, tra cui pesce e patatine, apprezzati dal 15% degli italiani. Infine, il 13% preferisce cibi salutari o plant-based, per soddisfare il palato in modo leggero.
Ma cosa rappresenta realmente il comfort food per gli italiani? Per oltre la metà dei rispondenti (54%), è un modo per staccare dalla routine quotidiana e concedersi un momento di relax, ma anche un piatto che, indipendentemente dalla situazione, è sempre in grado di portare felicità (35%). Per i più nostalgici, invece, il comfort food richiama il passato, riportando alla mente momenti felici ormai lontani (11%).
Secondo l’indagine, infatti, 4 italiani su 10 ricorrono al loro comfort food preferito dopo una giornata difficile, mentre il 36% lo sceglie come premio dopo aver raggiunto un buon risultato. Inoltre, molti si rifugiano nel comfort food per alleviare lo stress, soprattutto quando causato dal lavoro (18%) o, più semplicemente, nei momenti di noia (17%).
Che si tratti di prepararlo a casa propria (come per il 60% dei rispondenti) o di acquistare piatti già pronti da gustare velocemente (40%), quasi un italiano su due (48%) preferisce gustarlo in compagnia del partner o della famiglia, mentre il 42% lo apprezza in solitudine, spesso davanti al proprio programma TV preferito. Infine, il 31% dei rispondenti dichiara di consumarlo più volte alla settimana, mentre il 46% lo mangia un paio di volte al mese.