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Sab. Apr 12th, 2025

Il comparto vitivinicolo italiano si trova in un momento di profonda trasformazione, segnato da un crescente ricambio generazionale e da una sensibilità sempre più marcata verso i temi della salute e della sostenibilità ambientale. In un contesto così complesso, la capacità di interpretare i cambiamenti attraverso i dati si rivela decisiva per mantenere il ruolo di leadership dell’Italia nel panorama vinicolo mondiale.

Un settore in trasformazione tra sostenibilità e ricambio generazionale

È in questo scenario che si inserisce la nuova partnership tra ISMEA e il Consorzio DOC delle Venezie, nata nel 2024 per iniziativa del Consorzio stesso. Presentata ufficialmente al Vinitaly presso l’area espositiva del MASAF, l’iniziativa è stata descritta come un modello imprenditoriale potenzialmente replicabile da altri attori del settore.

Una collaborazione strategica a supporto delle decisioni aziendali

All’evento hanno preso parte i presidenti Livio Proietti (ISMEA) e Albino Armani (Consorzio DOC Delle Venezie), con la moderazione di Costanza Fregoni, direttrice di VVQ Vigne, Vini & Qualità. Tra i relatori anche Fabio Del Bravo, Stefano Sequino, Eugenio Pomarici e Sergio Marchi, che hanno contribuito a delineare le potenzialità dell’accordo.

Una denominazione in forte crescita

L’occasione è stata utile anche per fare il punto sulla situazione della giovane Denominazione DOC Delle Venezie, che si estende sulle aree vocate alla coltivazione del Pinot Grigio del Triveneto. La DOC si conferma al primo posto in Italia per la produzione di vini fermi e al secondo posto assoluto, con una quota del 10%.

Secondo le analisi condotte da ISMEA, nel 2024 gli imbottigliamenti della DOC hanno toccato quota 1,7 milioni di ettolitri, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente. I dati della prima parte del 2025 suggeriscono che la tendenza positiva sia destinata a proseguire. Anche l’export mostra segnali incoraggianti: dal 2017, anno di introduzione sul mercato della DOC, il volume delle esportazioni è più che raddoppiato, accompagnato da un balzo del 117% del fatturato.

Il vigneto Italia si sposta verso Nord-Est

Dall’analisi di ISMEA emerge un altro trend significativo: il graduale spostamento della superficie vitata verso il Nord-Est. Tra il 2000 e oggi, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige hanno fatto segnare aumenti rispettivamente del 38%, 53% e 13%. Una dinamica che si contrappone al trend nazionale e europeo, influenzato in parte da politiche di espianto in alcune aree produttive.

Un modello di integrazione interregionale e innovazione

Albino Armani, presidente del Consorzio, ha sottolineato come la DOC delle Venezie rappresenti oggi “il più grande modello di integrazione interregionale, unendo sotto un’unica denominazione d’origine i territori di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento”. Con 27mila ettari di superficie vitata potenziale e una produzione annua di 230 milioni di bottiglie tracciate, la DOC rappresenta circa il 70% della produzione totale di Pinot Grigio del Triveneto.

“Grazie a ISMEA – ha aggiunto Armani – possiamo trasformare l’analisi dei dati in un vantaggio competitivo. Il nostro obiettivo è monitorare in modo efficace l’efficienza della filiera attraverso studi sulla congiuntura, la struttura e le strategie del comparto. È un modello innovativo che, ci auguriamo, possa essere replicato da altri consorzi”.

ISMEA: dati per una filiera più forte

Il presidente ISMEA Livio Proietti ha evidenziato il valore strategico del Pinot Grigio delle Venezie per l’Italia: “Questo vitigno contribuisce in modo determinante al successo del vino italiano all’estero, consolidando la nostra posizione di leadership globale per produzione e export. Con questo protocollo d’intesa, vogliamo offrire alle aziende strumenti di analisi efficaci, che rafforzino la competitività e la resilienza del sistema vitivinicolo”.

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