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Ven. Nov 22nd, 2024

Entro il 2030, i retailer più ambiziosi prevedono di aumentare la quota di contenuto riciclato negli imballaggi al 50%, di ridurre l’impronta di plastica vergine del 50% e di passare a materiali riutilizzabili, riciclabili o compostabili al 100% per i prodotti private label.

McKinsey ha identificato quattro azioni strategiche, estese all’intera catena del valore, con cui i CEO del settore retail, i chief sustainability officer e i chief procurement officer possono rivedere il proprio approccio al packaging sostenibile.

Superare il premium per il packaging sostenibile

Uno dei principali ostacoli all’adozione del packaging sostenibile è che si crede sia sempre più costoso per i retailer. Ma la realtà è molto più sfumata: ad esempio, se tutti i retailer rispettassero i propri impegni in materia di sostenibilità, la domanda di plastica riciclata (circa 90 milioni di tonnellate) supererebbe di gran lunga l’offerta globale (circa 60 milioni di tonnellate) entro il 2030. Questo farebbe pressione sui prezzi ed eroderà i margini dei rivenditori. I retailer possono però investire nelle proprie strutture e nel le proprie capacità, agendo sulla catena del valore più a monte, così da evitare di pagare nel tempo prezzi maggiorati per i materiali riciclati. In questo modo, McKinsey stima che i distributori possano ridurre i costi degli imballaggi in plastica in media del 15% e fino al 40% in alcune categorie.

Quattro azioni per creare una strategia di packaging più sostenibile

  1. Valutare e ottimizzare l’intero portafoglio di packaging

I retailer dovranno avere una visione a 360 gradi della propria impronta in termini di packaging, valutando ad esempio l’utilizzo delle materie prime, l’impronta ambientale, i costi e i formati di ciascun prodotto, nel quadro di un’ampia analisi di base. Una volta consolidati i dati, i retailer possono identificare le maggiori opportunità all’interno del proprio portafoglio, il che aiuterà a definire la strategia di packaging ottimale.

Per comprendere veramente il portafoglio di packaging, i retailer dovrebbero creare team specifici che si occupino di packaging sostenibile. L’ideale sarebbe un gruppo interdisciplinare con esperienza sia nella sostenibilità sia nel procurement.

  1. Integrare i principi di sostenibilità nel processo di design del packaging

I retailer possono sviluppare un piano informato per rendere più sostenibile tutto il packaging in futuro. Ciò richiederà l’integrazione dei principi di design per la sostenibilità nei processi di progettazione del packaging. Le leve del design per la sostenibilità includono la riduzione degli imballaggi in eccesso attraverso approcci come lo “skinny design” o la modifica dei formati di packaging. Un’altra leva è la scelta dei materiali: i rivenditori possono scegliere polimeri plastici riciclabili o biodegradabili e considerare materiali alternativi all’interno del proprio portafoglio di imballaggi, come la carta o il cartone. È inoltre possibile utilizzare metodi innovativi per l’approvvigionamento dei materiali, ad esempio collaborando direttamente con i fornitori di imballaggi per progettare packaging sostenibili.

  1. Creare nuove partnership lungo la catena del valore

I retailer potranno stabilire partnership o esplorare nuovi modelli di ownership lungo la catena del valore per assicurarsi una fornitura scarsa, senza pagare un sovrapprezzo. Tra i potenziali partner vi sono i supplier di imballaggi, i gestori dei rifiuti, che possono contribuire a garantire che gli imballaggi utilizzati vengano restituiti al rivenditore per essere riutilizzati o riciclati, e i riciclatori meccanici e chimici, con i quali il rivenditore può co-investire in impianti di riciclaggio o stabilire accordi di offtake. I distributori potrebbero anche collaborare con i produttori di beni di consumo confezionati per esplorare nuovi modelli di consumo, come le soluzioni ricaricabili.

  1. Sviluppare nuove competenze interne

I talenti interni dovrebbero sviluppare una profonda comprensione delle tecnologie di packaging e riciclaggio. Il potenziamento delle capacità interne, sia attraverso le assunzioni di talenti esterni sia tramite l’upskilling, dovrebbe essere una delle maggiori priorità. Anche la logistica inversa (reverse logistics) è importante per garantire che le materie prime raccolte finiscano nelle mani giuste per un’ulteriore lavorazione lungo la catena del valore. È fondamentale sincronizzare la logistica inversa con le attività di fornitura e approvvigionamento di tutto il business.

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