Quando mi hanno chiesto di scrivere la prefazione di questo libro, mi sono detto: «Perché no, a me il caffè piace molto!” Con questo tono colloquiale e allegro Luciano De Crescenzoesordisce nella prefazione di Mondo Caffè, la piccola enciclopedia del caffè scritta da Andrea Cuomo e Anna Muzio ed edita in coedizione Cairo e Comunica che è presente nelle librerie di tutta Italia da maggio 2019.
Uno degli ultimi testi vergati dal celebre autore di varie Storie della Filosofia, scritto a marzo 2019, è questo piccolo omaggio alla magica bevanda da lui molto amata, stando alle sue parole, da sempre associata anche alla sua città, Napoli.
Il rapporto tra Napoli e il caffè, ben descritto all’interno del libro anche da Andrea Cuomo, viene rimarcato dall’ingegner De Crescenzo nella prefazione parlando del “caffè sospeso” che “In parole povere, era un caffè offerto all’umanità – detto questo però – il caffè non è una semplice bevanda, nossignore, è qualcosa di più!”.
E se vi state chiedendo il perché, il poliedrico divulgatore della cultura filosofica occidentale non si fa pregare e lo racconta con le sue affascinanti parole “Anziché scendere, seguendo il consueto percorso di qualsiasi bevanda, il caffè sale, piano piano, si sistema nel cervello e resta lì, solleticandolo di tanto in tanto come un piacevole ricordo…
…Il caffè però è anche uno strumento per condividere i pensieri, soprattutto quando viene fatto in casa, da soli o in compagnia, e ora vi spiego il perché. Prendiamo la caffettiera napoletana. Rispetto alle altre impiega più tempo per far scorrere il caffè, e noi di questo tempo dovremmo esserle grati, perché l’attesa è preziosa…
…è un vero e proprio incantesimo: ci consente di parlare, di conoscere il nostro interlocutore e, perché no, in alcuni casi, anche di innamorarci.”
La conclusione della prefazione è un invito a prendersi del tempo per pensare
“Di tanto in tanto, interrompete la lettura e preparatevi un buon caffè, rigorosamente con la caffettiera napoletana. Regalatevi del tempo, anche semplicemente per pensare: non c’è dono più prezioso che possiamo fare a noi stessi.”
Prendersi del tempo quindi per far maturare il pensiero in quella calma, tutta meridionale, amichevole, odorosa di caffè e feconda di pensiero cui il lo scrittore, nei suoi numerosi programmi televisivi, ci aveva abituati e in cui ci piace ricordarlo per semp