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Gio. Nov 21st, 2024

Nell’aria di Sanremo non si respira solamente il profumo dei fiori, ma anche l’aroma intenso e penetrante del caffè. La celebre bevanda è stata negli anni una vera fonte d’ispirazione per i cantanti che hanno partecipato al Festival di Sanremo, la cui 64a edizione inizierà il 6 febbraio, contribuendo ad arricchire l’immaginario popolare di una delle abitudini più amate dagli italiani.

Merito di una pausa caffè particolarmente ispirata? Non è da escludere ed è proprio la scienza a dimostrare il legame tra caffè e creatività: secondo una ricerca del 2020, un consumo moderato di caffeina, contenuta in questa bevanda, ha un effetto positivo sul pensiero convergente e quindi sul problem solving creativo.


Tra le bevande citate dagli artisti in gara – ricorda Consorzio Promozione Caffè – il caffè è sicuramente una delle più presenti: da “Cosa hai messo nel caffè” del 1969 di Riccardo Del Turco, recentemente riproposta anche da Malika Ayane, a “Caffè nero bollente”, che nel 1981 segnò l’esordio di Fiorella Mannoia, fino a “Bottega di caffè” del 1984 firmata da Alberto Camerini. Ma è nel 2003 che l’amata tazzina arriva direttamente sul podio grazie ai “7000 caffè” di Alex Britti, conquistando il secondo posto in classifica.

Consorzio Promozione Caffè


La passione per il caffè sembra essere una costante non solo nella tradizione festivaliera, ma più in generale nella canzone italiana. Complice, spesso, il richiamo a Napoli, che ne è considerata una delle capitali italiane: impossibile, per esempio, non pensare a “Na’ tazzulella e’ cafè” di Pino Daniele (“…Na’ tazzulella e’ cafè e mai niente cè fanno sapè”) del 1977 e a “Don Raffaè” di Fabrizio De André del 1990 (“…Ah, che bell’ ‘o cafè, pure in carcere ‘o sanno fa”), entrambe dal forte risvolto sociale. Ma è soprattutto l’amore il sentimento più associato a questa bevanda: dalla malinconia di Fred Bongusto in “Spaghetti a Detroit” del 1967 (“Spaghetti pollo insalatina e una tazzina di caffè, a malapena riesco a mandar giù”) alla dolcezza di Gianna Nannini, che in “Un ragazzo come te” dice di volere “Un ragazzo che mi svegli la mattina con due baci caldi più del caffè”, o di Maninni, tra i protagonisti del Festival di quest’anno, che nella sua “Caffè” del 2022 canta: “Sembra ieri quando mi dicevi rimani per cena, soltanto io e tе. Caffè?”. Il momento della giornata più cantato? Senza dubbio la mattina: ne parlano, per esempio, Tiziano Ferro in “Sere nere” del 2003 (“Ripenserai agli angeli, al caffè caldo svegliandoti”) e Francesco Renga in “L’odore del caffè” del 2019 (“E la mattina quando mi alzo e c’è solo l’odore del caffè”).


Per gli abitanti del Belpaese, come conferma la ricerca “Gli italiani e il caffè” condotta da AstraRicerche per Consorzio Promozione Caffè, il caffè significa soprattutto convivialità e condivisione: l’83% lo associa alle chiacchiere con amici e colleghi, mentre oltre 1 su 3 come qualcosa da offrire con piacere alle altre persone3, in particolare tra i 18-34enni. E proprio come suggeriva Gino Paoli nella sua “Quattro amici” del 1991 (“Tra un bicchier di vino ed un caffè tiravi fuori i tuoi perché”), il caffè è la bevanda da bere in compagnia per eccellenza. Durante le serate del Festival, sono sempre di più i gruppi di amici che si ritrovano in casa per giocare al FantaSanremo, il fantasy game che negli ultimi anni ha appassionato migliaia di telespettatori.


Ma per scoprire se i cantanti della propria squadra hanno raccolto tutti i bonus (o i malus) previsti, è imprescindibile una cosa: arrivare svegli fino alla fine di ogni, interminabile puntata. E allora meglio approfittare di qualche break pubblicitario per mettere su la moka o per scaldare la macchina automatica e preparare per tutti un buon caffè energizzante, ideale per restare reattivi fino alla finale nonostante le poche ore di sonno. Anche in questo caso è fondamentale il ruolo della caffeina: secondo uno studio del 2021, un caffè classico, in una settimana poco riposante come quella del Festival, contribuisce a limitare il calo dell’attenzione e delle funzioni cognitive in misura maggiore rispetto a quello decaffeinato4, in particolare nei primi tre o quattro giorni di sonno ridotto. Per fortuna che c’è il ponte di Carnevale per recuperare il riposo perduto.

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