“E’ una vicenda che si commenta da sola e voglio chiuderla qua. Non sono abituato a chiedere la tessera di partito a nessuno quando entra a casa mia. Le aziende hanno un valore sociale e la mia impresa lavora in tutto il mondo”.
Così Cosimo Rummo commenta all’ANSA la bufera che si è scatenata sui social dopo la visita del vice premier Matteo Salvini al suo pastificio beneventano. “Non ho nulla da aggiungere e da temere perché le persone capiscono benissimo e continueranno a comprare la nostra pasta”. “Ho ricevuto una telefonata da Roma – spiega ancora Cosimo Rummo – che mi chiedeva la disponibilità a far vistare l’azienda al ministro Salvini che sarebbe venuto a Benevento per presenziare a un incontro sulla sicurezza stradale. Cosa avrei dovuto fare? Negare una visita al vice premier? Non l’ho mai fatto. Nella mia azienda sono venuti nel 2017 il premier dell’epoca Paolo Gentiloni, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando e la ex segretaria della Cgil Susanna Camusso, quest’ultima per ben due volte”.
Con il passare delle ore, la notizia del ‘boicottaggio’ social contro la pasta Rummo dopo la visita del ministro Salvini allo stabilimento beneventano sta suscitando molte reazioni di segno opposto: una solidarietà bipartisan, sia da parte di simpatizzanti del centrodestra sia da parte di chi rivendica di non aver mai votato per partiti dell’attuale maggioranza. Su Facebook, accanto ai messaggi di chi critica la pubblicità data alla visita di Salvini, si moltiplicano anche post nettamente contrari a qualsiasi ipotesi di ‘boicottaggio’. “Io Salvini non lo voterei manco se mi dessero una botta in testa, per motivi che è superfluo elencare: ma lasciate in pace Pasta Rummo perchè se un ministro della Repubblica vuole visitare un’azienda ha tutto il diritto di farlo e questa il dovere di riceverlo”, scrive Margherita. Serenella punta l’indice contro “I sinistroidi che hanno deciso di boicottare Pasta Rummo gettando vagonate di letame addosso a un industriale, questi sarebbero gli antifascisti che predicano libertà e diritti”. Emanuela tronca ogni polemica così: “Rummo è la mia pasta preferita, può andarci anche Belzebù nella loro azienda ma la comprerò sempre”. Tra i post anche quello di Nicola Caputo, assessore dem all’agricoltura nella giunta regionale guidata da Vincenzo De Luca, che pubblica la foto di una sua passata visita nello stabilimento: “La pasta unisce, non ha colore politico”.
E il ministro Salvini sottolinea: “Bisogna stare attenti a che pasta si mangia perché anche quello è tema di contesa politica, io sono a dieta fortunatamente”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, al convegno di Confindustria ‘Industria, Trasporti, Logistica e Infrastrutture: Insieme per la competitività del Paese’, circa le polemiche di questi giorni sulla pasta Rummo dopo la sua visita al pastificio del gruppo