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Doggy bag obbligatoria. Ecco cosa prevede la proposta di legge, perché si avanza il cibo al ristorante e quale?

La lotta allo spreco alimentare riguarda tutti noi ed è giusto che passi anche attraverso una semplice doggy bag, in quanto il problema ha raggiunto dimensioni enormi, come ci ricorda oggi la Giornata nazionale dello spreco alimentare.

Ogni anno, infatti, si stimano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo non consumato. Lo spreco però si verifica in molti passaggi della filiera alimentare: nel 2021 il 9% ha avuto luogo presso i ristoranti e i servizi di ristorazione (fonte Eurostat).

La doggy bag potrebbe presto diventare obbligatoria secondo una proposta di legge presentata di recente, che introduce l’obbligo di informare i clienti della possibilità di portare a casa il cibo avanzato e di soddisfare coloro che fanno richiesta della doggy bag, per evitare di gettare nell’immondizia ciò che non viene consumato. L’obiettivo? Ridurre lo spreco alimentare quando mangiamo fuori casa.

Altroconsumo ha coinvolto i consumatori iscritti alla community ACmakers su questo tema, raccogliendo 1000 risposte.

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Dall’indagine emerge che circa 1/3 delle persone dichiara di consumare il pasto al ristorante o in altri locali 2 o 3 volte al mese mentre 1/5 lo fa una volta al mese. C’è anche una fetta di persone che dice di uscire a mangiare una volta alla settimana.

Perché si avanza tanto cibo al ristorante? Secondo i rispondenti le porzioni sono troppo abbondanti oppure vengono portati a casa i piatti che i bambini non finiscono o le pietanze ordinate in eccesso.

Secondo gli ACmakers la pizza è l’alimento più gettonato per la doggy bag (segnalato quasi dalla metà di chi ha risposto), seguito dalla carne (1 su 3) e, a distanza, da un primo piatto.

Un po’ meno successo ha la doggy bag delle bevande (acqua, vino, bevande gasate…), solo 3 persone su 10 dichiara di aver fatto questa esperienza. Acqua e vino sono in cima alla lista delle preferenze. Nella maggior parte dei casi le persone non hanno portato a casa le bevande perché l’avanzo era poco (1/3) o nullo (quasi la metà); alcuni erano imbarazzati a chiederlo (1/5), mentre altri pensavano fosse scomodo portare a casa la bottiglia dal ristorante.

In nove casi su dieci le persone hanno detto di essere stati soddisfatti dal ristoratore nella richiesta di una doggy bag. Quando c’è stato un rifiuto le motivazioni più comuni sono state “la mancanza di contenitori adatti” e “non è politica del locale”.

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Ma la doggy bag dovrebbe diventare obbligatoria per legge? Favorevoli all’introduzione della relativa norma sono più di 9 intervistati su 10. E pur di ridurre lo spreco di cibo e bevande, più della metà dei rispondenti sarebbe disposto a portarsi i contenitori da casa, opzione a cui sarebbe favorevole 1/3 dei rispondenti, anche se di fatto non la ritiene una soluzione fattibile o frequente.

Infine, la sensibilità degli intervistati contro lo spreco alimentare emerge anche nei commenti liberi nel questionario: la doggy bag viene considerata, infatti, un’ottima soluzione non solo – e non tanto – per una ragione economica, ma soprattutto etica.

Food ESG Affairs

TM

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