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Food for Gaza: l’impegno dell’Italia per coordinare aiuti umanitari con l’Onu

Alla Farnesina evento con Tajani e i vertici delle agenzie del polo alimentare delle Nazioni Unite

Antonio Tajani
Antonio Tajani

L’Italia vuole avere un ruolo concreto ed essere protagonista nel garantire assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza. E’ questo il senso dell’iniziativa ‘Food for Gaza’ che sarà lanciata oggi alla Farnesina alla presenza del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, del direttore della Fao, Qu Dongyu, della direttrice esecutiva del Pam, Cindy H. McCain e del segretario generale della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (Ficross), Jagan Chapagain.

L’Italia, fin dall’inizio del conflitto, ha fornito beni di prima necessità e assistenza a persone bisognose di cure, tra cui minori e relative famiglie. Quest’iniziativa intende promuovere il coordinamento con le agenzie del polo alimentare Onu, nell’ambito degli sforzi della comunità internazionale e del dialogo con l’Europa, per agevolare l’accesso agli aiuti alimentari, alleviare le sofferenze della popolazione e garantire la sicurezza alimentare nella Striscia di Gaza.

L’iniziativa, scrive Adnkronos, ruota attorno alla necessità di raggiungere al più presto un cessate il fuoco e nasce dalla volontà di tamponare nell’immediato l’emergenza, evitando infruttuose fughe in avanti, e si dipana in una prospettiva di ricostruzione sociale e umana della Striscia a partire proprio dal tema della sicurezza alimentare e dell’assistenza sanitaria, in particolare a favore dei bambini.

Tra gli obiettivi dei partecipanti al Tavolo di oggi ci sarà stabilire i modi d’azione ed i tempi per gestire la consegna di aiuti alimentari e sanitari. L’Italia intende, tra le altre cose, sostenere gli sforzi di Fao, Pam e Ficross nello sviluppo di una strategia per il coordinamento degli aiuti nel breve e nel medio termine per garantire la sicurezza alimentare e l’assistenza sanitaria della popolazione della Striscia e lanciare un tavolo permanente per affrontare successivamente la ricostruzione umana e sociale, con particolare riferimento al ripristino del territorio a partire dallo sminamento e dalla bonifica dei terreni agricoli.

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Le Agenzie Onu, dal canto loro, ribadiscono – oltre la necessità di un cessate il fuoco – la richiesta di rilascio immediato degli ostaggi, la protezione dei civili e delle infrastrutture dove hanno trovato riparo, garanzie di sicurezza per distribuire gli aiuti, su larga scala, in tutta Gaza, senza dinieghi, ritardi e impedimenti e, infine, una rete di comunicazione stabile che consenta agli operatori umanitari di spostarsi in modo sicuro e protetto.

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TM

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