Bernard Arnault, il Ceo di Lvmh, si conferma il Paperone dei Paperoni, con 233 miliardi di dollari. Al secondo posto in classifica si Elon Musk (Tesla, Space X) con 195 mld di dollari e Jeff Bezos (Amazon) con 194 miliardi di dollari. E’ quanto emerge dalla classifica pubblica da ‘Forbes’. Al quarto posto in classifica si colloca Mark Zuckerberg (Meta) con 177 mld di dollari e al quinto Larry Ellison (Oracle) con 141 mld di dollari. Seguono Warren Buffet (Berkshire Hattaway) con 133 mld, Bill Gates (Microsoft) con 128 mld, Steve Ballmer (Microsoft) con 121 mld, Mukesh Ambani (Reliance Industries) e Larry Page (Google) con 114 miliardi di dollari. Il primo italiano è Giovanni Ferrero, il presidente con 43,8 mld di dollari.
I miliardari, rileva la rivista economica statunitense, sono oggi più numerosi che mai: 2.781 in tutto, 141 in più rispetto allo scorso anno e 26 in più rispetto al record stabilito nel 2021. Sono più ricchi che mai, con un valore complessivo di 14.200 miliardi di dollari di dollari, in aumento di 2.000 miliardi di dollari rispetto al 2023. Due terzi dei membri della lista valgono più di un anno fa: solo un quarto è più povero.
Gran parte dei guadagni proviene dai primi 20, che hanno aggiunto un totale di 700 miliardi di dollari di ricchezza dal 2023, e dagli Stati Uniti, che ora vantano un record di 813 miliardari per un valore complessivo di 5.700 miliardi di dollari. La Cina rimane al secondo posto con 473 miliardari per un valore di 1.700 miliardi di dollari. L’India con 200 miliardari è al terzo posto nella classifica per paesi.
In totale, sono 265 i nuovi miliardari in classifica. L’ingresso ‘più ricco’, rileva ‘Forbes’, è quello dell’italiano Andrea Pignataro, fondatore di Ion Group, che fa il suo esordio nella graduatoria con un patrimonio di 27,5 miliardi di dollari.
Chi è Andrea Pignataro
Classe 1970, Andrea Pignataro cresce a Bologna, ma dopo una laurea in Economia presa all’Alma Mater della sua città, negli anni ‘90 vola a Londra per un Phd in matematica all’Imperial College. Nel 1994 lavora come trader a Salomon Brothers, al tempo una delle più importanti banche d’affari statunitensi (pochi anni dopo sarà incorporata da Citigroup).
Pignataro – scrive Investire.biz – è considerato un genio dei numeri e si fa le ossa sui mercati obbligazionari e soprattutto su quello del debito sovrano italiano. In questo periodo matura l’intuizione che farà la sua fortuna 3 anni più tardi. Come racconta al Sole 24 Ore, con l’esperienza di trader si rende conto che i mercati finanziari saranno sempre più dipendenti dall’informatica.
Nel 1997, mentre lavora ancora da Salomon, Pignataro fonda Ion, all’epoca una join venture tra Salomon e List, una società di software di Pisa che aveva ideato il sistema di trading per il mercato dei titoli di stato italiani e greci. Due anni più tardi, insieme a un socio, e in partnership sempre con Salomon, dà vita a Endeavour Capital, hedge fund attraverso il quale rileva Ion.
In quegli anni Pignataro sviluppa software per Sia, l’azienda dei servizi tecnologici delle banche, e per MTS, il mercato dove si scambiano i titoli di Stato italiani. Da quel momento, acquisizione dopo acquisizione, Pignataro costruisce il suo gigante da circa 3 miliardi di euro di fatturato.
Il quartier generale della società si trova sulle sponde del Tamigi, al numero 10 di Queen Street: da qui in 20 anni ha acquisito 32 aziende, con una campagna acquisti da 16 miliardi di euro, e non ne ha mai venduta una: l’obiettivo del finanziere è infatti l’espansione in tutto il mondo.
Ecco spiegati gli ultimi investimenti anche in Italia: da Prelios (l’ex Pirelli Real Estate) ai 50 milioni messo nel Monte dei Paschi di Siena. Anche la Bocconi gode di un finanziamento Ion per un Management Science Lab dove condurre ricerche di base nel mondo digitale, si legge sul Corriere Della Sera.