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Lun. Nov 25th, 2024

In un’era in cui la comunicazione è dominata principalmente da Internet, saper sfruttare gli strumenti che proprio la rete mette a disposizione è fondamentale per avere successo nella propria attività. E in tal senso il mondo della ristorazione non fa eccezione. Così molti operatori di tale settore hanno cominciato a interrogarsi in merito al modo migliore per sfruttare le potenzialità di Internet a loro vantaggio. Scoprendo di avere a disposizione molti strumenti: i social media, i blog, le newsletter… Tuttavia, nessuno di queste modalità di comunicazione telematica riesce ad avere la pervasività su larga scala del food vlogging.

Food vlogging: di cosa parliamo
Quando si parla di food vlogging, si tende spesso a fare una certa confusione, almeno parziale. Un food vlog non è uno spot pubblicitario, né una sorta di documentario su un ristorante o un altro tipo di locale. Come tutti i blog, esso è essenzialmente un diario online, tenuto da un persona specifica (il blogger), a tema o su un bouquet di temi assortiti. Nel caso, specifico, il tema è ovviamente uno solo: il cibo. Inoltre, a differenza del semplice blog, esso non contempla la stesura di un testo scritto, bensì la realizzazione di un video.

In altre parole, il food vlogger è un esperto o appassionato di cibo che, attraverso i suoi video, conduce lo spettatore alla scoperta di locali, cibi o usanze gastronomiche di un determinato posto. Ovvio, dunque, che il successo di un food vlog lo fa essenzialmente la credibilità del titolare dello stesso. Ed è altrettanto ovvio che una buona recensione da parte di un “foodie” attendibile e positivamente considerato dalla rete può cambiare la percezione di un locale da parte del grande pubblico.

È proprio per questo motivo che molti ristoranti tengono particolarmente ad avere dei food vlogger tra i loro clienti. Una loro recensione positiva può creare un circolo virtuoso potentissimo attorno al loro locale, esattamente come un articolo positivo su una rivista di moda può far aumentare il fatturato di una maison di haute couture.

A caccia di giudizi positivi
In genere i food vlogger lavorano in maniera indipendente. Non sono, cioè, vincolati a necessità promozionali di default. Alcuni di loro possono anche stabilire degli accordi con determinati ristoranti e/o determinate marche e categorie di prodotti. Tuttavia, rimane il fatto che, per risultare autorevoli i food blogger/vlogger devono proteggere strenuamente la loro reputazione dalle lusinghe del guadagno facile.

Insomma, un food vlogger fa la differenza solo se completamente indipendente. Il che vuol dire che un ristoratore che contatta un food vlogger deve essere pronto anche a ricevere un giudizio negativo. O quantomeno non completamente positivo. Perché, allora, mettersi in contatto con loro e correre il rischio? Ecco alcuni motivi.

C’è sempre la possibilità di fare una cernita iniziale. Richiede qualche lavoro preliminare, ma il più delle volte mette al riparo da brutte sorprese. In sostanza, si tratta semplicemente di visionare alcuni dei food vlog più famosi e cercare di capire quali potrebbero essere maggiormente in sintonia con la cucina proposta dal proprio locale.
Le immagini parlano da sole. È il grande vantaggio del video rispetto al testo: per quanto il giudizio possa non risultare entusiasta, la bellezza dei piatti mostrati metterà in ogni caso addosso allo spettatore il desiderio di saperne di più. Alimentando un circolo virtuoso che avrà sicuramente delle ricadute positive sull’attività.
Un bravo food vlogger è un professionista. Il che vuol dire che non fa il polemista improvvisato o lo stroncatore a prescindere. Un food vlogger che si rispetti è innanzitutto un innamorato della cucina, che chiede solo di essere stupito e sollecitato dal punto di vista gastronomico. E pazienza se non tutti i piatti risulteranno perfetti.
Essere sotto esame aiuta a dare il massimo. E, aggiungiamo, a imparare dai propri errori. A volte tendiamo a evitare di metterci in discussione per quanto riguarda la nostra professionalità. Un parere esterno, al contrario, ci obbliga a farlo. In questo modo, potremo forse perdere per strada qualche convinzione (magari errata), ma guadagneremo tanta consapevolezza in più. E alla lunga la nostra cucina ne trarrà giovamento.

Vantaggi e svantaggi di una possibile sinergia
Insomma, non è detto che introdurre nel proprio circuito alcuni food vlogger presenti sulla piazza rappresenti automaticamente un vantaggio. Per fare sì che ciò accada, è necessario sondare il terreno con attenzione e soprattutto abituarsi a ricevere delle critiche e a farne tesoro. Di sicuro, alla base devono esserci consapevolezza dei propri mezzi e, ovviamente, una cucina di qualità. In tal senso, un confronto aperto con il mondo del food vlogging può essere un vantaggio, innanzitutto per migliorare la propria offerta gastronomica. E, di riflesso, la propria reputazione presso la clientela. (fonte Panoramachef.it)

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