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Mer. Gen 15th, 2025
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Se nel 2021 un europeo su tre si riconosceva come ‘flexitariano’, oggi solo il 16% si definisce tale.

È quanto emerge – riporta Alimentando – da un sondaggio condotto dall’Università di Umeå, in Svezia, nell’ambito del progetto HealthFerm, realizzato intervistando 7.900 persone tra Austria, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna e Regno Unito.

La ricerca evidenzia anche che il 27% degli intervistati mangia carne meno di tre volte a settimana; inoltre, il 27,5% intende ridurne il consumo, mentre il 13% vorrebbe mangiare meno formaggi. Numeri un po’ diversi da quelli del 2021, in cui il 40% progettava di ridurre il consumo di carne e il 30% quello di latticini.

La Germania è il Paese con il maggior numero di flexitariani (30%); Finlandia e Italia (ciascuna con il 6% circa) sono invece le nazioni con la percentuale minore. Il nostro Paese, tuttavia, registra, in proporzione al numero di abitanti, il maggior numero di vegani in Europa (5,5%). Particolarmente sensibili a queste tematiche sono i giovani: uno su dieci, nella fascia 25-43 anni, si definisce vegano o vegetariano, contro il 3% di chi ha 65 anni o più.

Come si spiega il calo del flexitarianesimo? Stando a quanto afferma Armando Perez-Cueto, coordinatore del progetto di ricerca, una dieta che prevede un minor consumo di carne si sarebbe già normalizzata in Europa, motivo per cui diminuisce la percentuale di chi intende ridurne ulteriormente l’assunzione adottando una dieta definibile come ‘flexitariana’.

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