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Gio. Ott 10th, 2024

È partita la raccolta digitale Coldiretti delle firme per una legge di iniziativa popolare che punta a rendere obbligatoria l’etichetta d’origine su tutti gli alimenti in commercio nell’Unione Europea.

Dopo aver raccolto 300mila firme tramite i gazebo Coldiretti e nei mercati, l’iniziativa è stata lanciata ufficialmente al Teatro Eliseo di Roma in occasione degli 80 anni dalla fondazione della Coldiretti.

L’evento ha visto la partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, insieme a numerose personalità del mondo politico, economico e sociale, e alle forze dell’ordine. Presenti anche il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, accompagnati da agricoltori provenienti da ogni regione d’Italia.

Per celebrare l’occasione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha coniato una moneta speciale, emessa dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.

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Un evento simbolico per Coldiretti

L’incontro all’Eliseo rappresenta un momento di grande significato per una delle battaglie storiche di Coldiretti: la trasparenza sull’etichetta dei cibi. Negli ultimi 80 anni, queste battaglie hanno contribuito a trasformare l’agricoltura italiana, restituendo dignità al lavoro nei campi e riportando il settore al centro della società. Un punto di svolta cruciale è stata la Riforma agraria, sostenuta dalla Coldiretti, che ha trasferito 3,6 milioni di ettari di terreni incolti o mal coltivati a oltre un milione di contadini, mezzadri, braccianti e affittuari, segnando la fine del latifondismo improduttivo.

Alla riforma agraria è seguita, negli anni 2000, la legge di orientamento, che ha rivoluzionato il settore agricolo italiano, aprendo la strada a nuove attività come l’agriturismo, l’agricoltura sociale, la vendita diretta e la produzione di energia.

Le storie dei protagonisti dell’agricoltura italiana

Tre imprenditori agricoli hanno rappresentato sul palco dell’Eliseo i successi e l’evoluzione dell’agricoltura italiana. Mariafrancesca Serra, ingegnere tornata in Sardegna per diventare pastora, è un esempio del ritorno alla terra e del protagonismo delle donne nel settore. Miriam Zenorini, con la sua fattoria sociale in Trentino Alto Adige, accoglie donne vittime di violenza e giovani da famiglie disagiate, incarnando il crescente fenomeno del welfare rurale. Mario Faro, florovivaista siciliano, è invece impegnato a combattere gli effetti del cambiamento climatico e a promuovere il successo del Made in Italy all’estero.

Il patto con i consumatori

Negli anni 2000, Coldiretti ha stretto un Patto col consumatore, unendo gli interessi degli agricoltori e dei cittadini. Questo patto ha gettato le basi per numerose iniziative a tutela della salute, dell’ambiente e della trasparenza nel settore agroalimentare. La legge di iniziativa popolare sull’etichetta d’origine rappresenta l’ultimo capitolo di questa battaglia, con l’obiettivo di raccogliere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani, proteggendo sia la salute dei cittadini sia il reddito degli agricoltori.

La campagna digitale: come firmare la petizione

Dopo aver raggiunto 300mila firme nei mercati contadini di Campagna Amica e nelle sedi territoriali, la raccolta firme si estende ora al web. I cittadini possono sottoscrivere la petizione digitale collegandosi al sito ufficiale dell’Unione Europea qui e selezionando il proprio Paese di cittadinanza nel menu a tendina a sinistra. Sarà possibile compilare il modulo inserendo i propri dati personali, compreso il numero della carta d’identità o del passaporto, oppure accedere direttamente con lo SPID.

Secondo Coldiretti, firmare la petizione significa sostenere la richiesta di una maggiore trasparenza sull’origine dei prodotti che entrano nel mercato comune europeo e garantire che tutti gli alimenti rispettino gli stessi standard ambientali, sanitari e lavorativi previsti dalle normative interne. Si tratta di un passo fondamentale per porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per italiani grazie a trasformazioni minime che ne permettono l’italianizzazione. Mai prima d’ora così tanto cibo straniero era arrivato in Italia: solo nel 2023, il valore delle importazioni agroalimentari ha raggiunto il record di 65 miliardi di euro.

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