Un recente episodio accaduto in Spagna ha riacceso il dibattito su quanto il potere degli influencer valga realmente per i locali. Protagonista della vicenda – scrive il Corriere – è un food influencer che, secondo quanto riportato dall’account X Soy Camarero, avrebbe tentato di ottenere un pasto gratuito per sé e per la sua famiglia in un noto ristorante, in cambio di visibilità sui social. Tuttavia, il ristoratore ha rifiutato la richiesta, innescando un acceso dibattito su un tema sempre più attuale: il valore effettivo delle collaborazioni con gli influencer.
L’influencer, seguito da circa 30.000 follower su piattaforme come Instagram e TikTok, ha contattato il ristorante per proporre uno scambio: un pranzo o una cena gratis per la sua famiglia in cambio di post e storie sui social che avrebbero dato visibilità all’insegna. La proposta, però, non è stata accolta favorevolmente dal proprietario del locale, che ha declinato l’offerta con fermezza. (…)
Questo episodio ha scatenato un vivace dibattito su diverse piattaforme, tra chi difende il diritto dei ristoratori di decidere autonomamente e chi sottolinea l’importanza del marketing attraverso influencer per aumentare la visibilità e attrarre nuovi clienti.
L’analisi matematica della proposta dell’influencer rivela che…
Nella pioggia di commenti, un utente ha persino effettuato un’analisi matematica della proposta dell’influencer per capire, conti alla mano, quale avrebbe potuto essere il reale vantaggio. Basandosi sul presupposto che solo il 65% dei follower (circa 19.500 persone) avrebbe effettivamente visto la storia pubblicata, l’utente ha poi ridotto il pubblico potenziale a chi viveva nella stessa città del locale, stimato attorno al 10% del totale, ovvero circa 1.950 persone. Ma la stima è stata ulteriormente ridotta, considerando che solo il 6% degli spettatori potrebbe essere davvero interessato a visitare il locale, per un totale di 117 potenziali clienti. Infine, si è ipotizzato che solo il 20% di questi (cioè circa 23 clienti) avrebbe concretamente deciso di andare a mangiare al ristorante. Il beneficio di tale collaborazione sarebbe quindi risultato piuttosto esiguo rispetto al costo di un pasto gratuito per una famiglia intera. Questo esempio evidenzia quanto possa essere difficile per i ristoratori giustificare accordi simili, soprattutto se i ritorni non sono garantiti. (…)
Fonte Cook-Corriere della Sera