Outlook della Commissione Europea 2024-2035
La produzione e le esportazioni di vino nell’Unione Europea caleranno, così come il consumo, per i motivi ormai più volte ribaditi: cambiamento climatico, minor consumo di alcol in generale tra i giovani, salutismo e così via. Trend generali, anche se, almeno sul fronte del consumo, si vedono differenze, con diminuzioni sensibili previste in Paesi di grande consumo come Francia e Germania, e crescite in Paesi dai volumi più piccoli, come Repubblica Ceca, Polonia e Svezia. Di pari passo al calo del consumo di vino, vi è un netto cambiamento delle abitudini del consumatore, con un declino generale del vino rosso e un aumento di vini più freschi e facili da bere, in particolar modo i vini frizzanti. Le vendite per le bevande a base di vino sono in aumento, e ciò include anche i vini dealcolati, ma i volumi rimangono bassi.
È quanto – riporta Adnkronos – stima la Commissione Europea nel suo ultimo rapporto sulle prospettive agricole dell’Ue con le proiezioni di mercato per l’agricoltura fino al 2035. In particolare, il consumo calerà del -1% all’anno, tra il 2024 ed il 2035, fino a 19,8 litri a persona (dalla media di 22,3 raggiunta tra il 2020 ed il 2024), mentre le esportazioni (che oggi vedono finire all’estero il 20% del vino europeo) sono previste in calo del -1,2% all’anno nel periodo (mentre le importazioni di vino extra Ue sono previste a -2,7% all’anno). Ma di vino se ne produrrà anche lo 0,7% all’anno in meno (considerando che la variabile “clima” può stravolgere le cose, ndr), con una previsione, nel 2035, di 140 milioni di ettolitri.
Ma l’agricoltura europea è molto di più del vino.
E, secondo l’outlook della Commissione Ue che il sito Winenews.it evidenzia in Italia, il Continente Europeo rimarrà autosufficiente per diversi prodotti di base tra cui grano, orzo, carne, prodotti lattiero-caseari, olio d’oliva e vino, ma la crescita della produttività agricola “sarà messa a dura prova dalle pressioni esercitate dal cambiamento climatico” e dall’impatto sulle principali risorse naturali, in particolare l’acqua e il suolo, che limitano il potenziale di crescita delle rese e inducono uno spostamento delle zone agroclimatiche verso Nord, influenzando i modelli di coltivazione. Il report mostra un settore agricolo resiliente che si adatta alle sfide del cambiamento climatico, delle preoccupazioni sulla sostenibilità e del cambiamento della domanda dei consumatori, continuando a esportare prodotti agroalimentari, e a contribuire alla sicurezza alimentare globale. Quanto ai modelli di consumo, il rapporto dell’Ue prevede che il consumo di carne diminuirà marginalmente, principalmente per la carne bovina, a causa della scarsità dell’offerta e dei prezzi elevati, e suina, a causa di preoccupazioni sulla sostenibilità, mentre il consumo di pollame dovrebbe aumentare, spinto da un’immagine più sana e da un prezzo relativamente più basso. Il consumo di proteine vegetali dovrebbe aumentare. Situazione stabile, invece, per i prodotti lattiero-caseari, con cambiamenti nella sua composizione derivanti da cambiamenti nello stile di vita e dalle crescenti esigenze sanitarie che possono aumentare la domanda di prodotti lattiero-caseari arricchiti e funzionali. Quanto alle colture specializzate, si prevede che la produzione europea di olio d’oliva aumenterà leggermente entro il 2035, spinta dall’aumento della resa – continua il report – tuttavia, si prevede che la tendenza al calo del consumo di olio d’oliva nei principali paesi produttori continuerà, mentre si prevede che aumenterà in altri paesi dell’Ue. La produzione di frutta e verdura dovrà affrontare sfide legate a eventi meteorologici estremi, aumento dei costi energetici, limitazioni all’uso di pesticidi e epidemie di parassiti. Tuttavia, il rapporto prevede che il consumo di prodotti freschi nell’Ue aumenterà, spinto dalla crescente consapevolezza dei consumatori sui benefici di una dieta sana. In particolar modo, la produzione di mele potrebbe rimanere stabile, mentre si prevede che la produzione di pesche e nettarine diminuirà.
Cambiamenti in agricoltura
Quanto ai seminativi, il report preannuncia un possibile spostamento dell’uso del suolo dai cereali e dalla colza alla soia, altri semi oleosi e legumi, guidati dalla minore domanda di cereali per mangimi e biocarburanti. Si stima, inoltre, che la superficie dei terreni agricoli destinati a colture permanenti aumenterà, mentre i prati permanenti e i terreni incolti potrebbero rimanere stabili – continua il rapporto – le rese di cereali e semi oleosi aumenteranno marginalmente entro il 2035, grazie agli sviluppi positivi nell’agricoltura di precisione, nella digitalizzazione e nel miglioramento della salute del suolo, compensando il cambiamento climatico, la ridotta disponibilità e l’accessibilità economica dei fattori di produzione agricoli. La produzione di cereali sarà trainata da mais e orzo, mentre la produzione di grano dovrebbe riprendere dopo un calo nel 2024. Infine, si prevede che la produzione di zucchero diminuirà lentamente entro il 2035, spinta da una diminuzione della resa della barbabietola da zucchero e dal passaggio dei consumatori a diete con un ridotto apporto di zuccheri, conclude il report.