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Ven. Dic 20th, 2024

L’agroalimentare si conferma un pilastro strategico dell’economia italiana.

Andrea Rocchi, presidente del CREA, ha sottolineato durante la presentazione dell’Annuario dell’Agricoltura Italiana 2023, che l’agricoltura nazionale, nonostante le difficoltà legate a condizioni climatiche estreme e instabilità internazionale, ha dimostrato una notevole capacità di adattamento. Questo risultato è stato possibile anche grazie alla nuova PAC, che promuove sostenibilità e innovazione. Il CREA, con il suo Centro Politiche e Bioeconomia, continua a supportare il MASAF nella definizione degli interventi strategici.

Un settore in crescita con fatturato da record

Il sistema agroalimentare, comprendente agricoltura, industria alimentare, distribuzione e ristorazione, ha generato nel 2023 un fatturato di circa 676 miliardi di euro, pari al 15% dell’economia nazionale. La ristorazione, in particolare, ha registrato una crescita del 12%, recuperando i livelli pre-pandemia. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto contribuiscono insieme al 42% del valore totale del settore, una quota che sale al 64,3% includendo Campania, Lazio e Piemonte.

Le sfide del 2023: clima e instabilità internazionale

Il valore aggiunto agricolo ha raggiunto i 37,5 miliardi di euro (+7,9% in termini correnti), nonostante un calo in volume del 2,5%. Eventi climatici estremi e alti costi dei fattori di produzione hanno penalizzato il settore, erodendo i margini di profitto. Tuttavia, le esportazioni agroalimentari hanno superato i 63 miliardi di euro (+6,6%), riducendo il deficit della bilancia commerciale a -1,64 miliardi di euro.

Bioeconomia e sostenibilità

L’agricoltura e l’industria alimentare rappresentano il 63,2% della bioeconomia italiana, che ha generato un fatturato di 437,5 miliardi di euro (+15,9%) e dato occupazione a circa due milioni di persone. Il settore agricolo ha inoltre contribuito alla riduzione delle emissioni climalteranti del 19% negli ultimi trent’anni, posizionando l’Italia tra i leader europei.

Evoluzione strutturale del tessuto imprenditoriale

Le imprese agricole italiane stanno evolvendo verso modelli più moderni e strutturati. La riduzione delle ditte individuali è accompagnata dalla crescita delle società di capitale e delle aggregazioni di imprese, con effetti positivi sull’intero settore. Anche le attività di diversificazione, seppur interessando solo il 6% delle aziende agricole, generano oltre 15 miliardi di euro.

Il ruolo delle fonti rinnovabili e delle foreste

La produzione di energia da fonti rinnovabili, in particolare il biogas, vede l’Italia al secondo posto in Europa con oltre 2.000 impianti attivi. Le foreste italiane, che coprono il 37% del territorio nazionale, giocano un ruolo cruciale nella conservazione della biodiversità e nella regolazione delle emissioni. Tuttavia, il patrimonio boschivo rimane sottoutilizzato, con un tasso di prelievo inferiore alla media europea.

L’agricoltura come custode del territorio

Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario MASAF, ha evidenziato l’importanza di restituire agli agricoltori il ruolo di custodi dell’ambiente. Approcci innovativi come i distretti biologici rappresentano un modello sostenibile sia dal punto di vista ambientale che economico.

Prospettive sociali e impegno pubblico

L’agricoltura italiana si distingue per iniziative di inclusione sociale e interventi nelle terre confiscate alle mafie. La spesa pubblica per il settore, pari a circa 13 miliardi di euro, evidenzia l’importanza del Piano Strategico della PAC per garantire sostenibilità e affrontare i cambiamenti climatici. Gli strumenti di gestione del rischio sono tra le principali aree di investimento.

Un sistema in continua evoluzione

Alessandra Pesce, direttrice del CREA Politiche e Bioeconomia, ha sottolineato come le esportazioni agroalimentari, in crescita del 7%, riflettano un settore dinamico e innovativo. Il CREA continua a monitorare e supportare queste trasformazioni attraverso ricerca e analisi, fornendo dati preziosi per orientare le politiche del settore.

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