Domani, martedì 24 dicembre, il Santo Padre inaugurerà ufficialmente il Giubileo 2025 con il rito dell’Apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro.
Questo evento di portata mondiale prevede oltre 35 milioni di arrivi da tutto il mondo e una ricaduta economica stimata in 16,7 miliardi di euro, secondo i dati Isnart-Unioncamere. L’aumento dei flussi turistici rappresenta un’occasione unica per promuovere le eccellenze italiane, tra cui spiccano le tradizioni enogastronomiche.
Turismo religioso ed enogastronomico: due pilastri dell’economia italiana
L’Italia è una destinazione di eccellenza per il turismo religioso, con oltre tremila strutture ricettive e una capacità di 200 mila posti letto giornalieri. Nel 2023, si sono registrati 6 milioni di ospiti e 25 milioni di presenze, numeri destinati a crescere significativamente durante il Giubileo 2025. Parallelamente, il turismo enogastronomico continua a essere un settore chiave dell’economia italiana, contribuendo con oltre 40 miliardi di euro, secondo il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2024. Questo segmento non solo offre opportunità di crescita economica, ma rafforza anche il tessuto sociale e occupazionale del Paese.
I quattro macro-sistemi della fede e del gusto
Il legame tra turismo religioso ed enogastronomia ha radici profonde. Il pellegrinaggio, con le sue tappe di fede e cultura, si intreccia con esperienze enogastronomiche che raccontano i territori attraverso i loro prodotti tipici. Sebbene Roma sia il principale punto di riferimento per il Giubileo, la sua influenza si estende ai borghi e alle realtà locali, offrendo esperienze autentiche. Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, sottolinea che il turista religioso cerca autenticità, creando un legame emotivo e culturale con i territori.
Sapori sacri: monasteri e conventi del gusto
Monasteri e conventi italiani custodiscono tradizioni enogastronomiche secolari. L’Abbazia di Praglia, nei Colli Euganei, produce vini e miele, arricchendo le visite guidate con degustazioni. In Alto Adige, l’Abbazia di Novacella è rinomata per i vini della Valle Isarco, come il Kerner e il Grüner Veltliner. L’Eremo di Camaldoli, in Toscana, è famoso per liquori e cioccolato, mentre a Palermo l’Ex Monastero di Santa Caterina celebra la pasticceria conventuale siciliana.
Strade di fede e sapori: gli itinerari di pellegrinaggio
Gli itinerari religiosi offrono esperienze uniche, combinando spiritualità e tradizioni culinarie. La Via Francigena attraversa territori celebri per eccellenze come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Il Cammino di Sant’Antonio collega Padova alla Toscana, esaltando prodotti come i vini dei Colli Euganei. La Via di Francesco, in Umbria, celebra l’olio Dop e il Tartufo nero di Norcia. L’Opera Romana Pellegrinaggi promuove tradizioni agricole cristiane come pane, vino e olio, con un approccio sostenibile e inclusivo.
Borghi e città: quando il sacro incontra l’enogastronomia
Luoghi come Assisi, Loreto e Monte Sant’Angelo combinano spiritualità e tradizioni enogastronomiche. Ad Assisi, i visitatori possono scoprire l’Olio Dop Colli Assisi-Spoleto e il Vino Rosso di Montefalco. Loreto, nelle Marche, celebra il Rosso Conero e i piatti tipici marchigiani, mentre Monte Sant’Angelo in Puglia è rinomato per il pane, presidio Slow Food.
Eventi religiosi: celebrazioni tra gusto e devozione
Le feste religiose italiane celebrano spesso prodotti tipici locali. Ad Altamura, la Festa del Pane Dop onora Sant’Irene, mentre a Cremona la Festa del Torrone celebra Sant’Omobono. Dolci tipici come le Zeppole di San Giuseppe e la Cupeta leccese arricchiscono le tradizioni locali, legandosi alle festività religiose.
Azioni strategiche per valorizzare il Giubileo 2025
Per sfruttare al meglio il potenziale del Giubileo, è essenziale sviluppare un sistema integrato che colleghi turismo religioso ed enogastronomia. Migliorare infrastrutture e percorsi, creare itinerari tematici e utilizzare strumenti innovativi come app e guide multimediali sono passi fondamentali. Roberta Garibaldi cita il Cammino di Santiago come esempio virtuoso, con il Passaporto Gastronomico che ha promosso le eccellenze culinarie locali, invitando a replicare questa esperienza in Italia.