Italia e Giappone hanno da poco più di due anni festeggiato un anniversario importante: i 150 anni del primo Trattato bilaterale di amicizia e commercio fra i due Paesi che, firmato il 25 agosto 1866, ha aperto la strada a una lunga storia di relazioni intense e amichevoli. Alla base degli ottimi rapporti instaurati, come ha sottolineato l’ex Ministro degli Esteri giapponese Fumio Kishida, vi sono diversi punti comuni: il territorio che si estende longitudinalmente, la ricca cultura e la tradizione coltivate nel tempo, la splendida natura e la varietà culinaria che ne deriva.
Proprio le tradizioni gastronomiche dei due Paesi sono protagoniste di una percorso straordinario all’insegna dell’eccellenza e della contaminazione culinaria iniziato a gennaio 2018 e che è continuato in questi mesi attraverso appuntamenti di degustazione organizzati e promossi dalla Prefettura di Nagasaki per presentare al grande pubblico e ai professionisti dell’Ho.Re.Ca. i prodotti a marchio Yokamon! Market di Nagasaki.
Situata all’estremità occidentale del Giappone, la prefettura di Nagasaki vanta il maggior numero di isole di tutto il Paese. Grazie ai mari pescosi e alle terre fertili, questo territorio è il secondo centro di produzione ittica del Giappone e vi prosperano importanti allevamenti di bestiame, agricoltura e frutticoltura. Inoltre, grazie alla vicinanza con il continente asiatico, nei secoli scorsi la prefettura di Nagasaki è stata il punto di accesso del Giappone al mondo esterno, plasmando così la sua vocazione internazionale.
L’obiettivo è quello di far conoscere agli chef italiani le caratteristiche pregevoli dei prodotti di questa ricchissima area geografica del Giappone che ha già conquistato il Bon Marche di Parigi e le cucine dei più grandi chef d’oltralpe.
Alcuni dei grandi interpreti della cucina italiana come lo chef Vito Mollica del Four Seasons Hotel di Milano e lo chef Daniel Canzian dell’omonimo ristorante Daniel si sono esibiti in interessanti showcooking abbinando ingredienti e tecniche italiane agli ingredienti e alle tecniche proposte dalla prefettura di Nagasaki sotto la guida del loro maestro di cucina Haruo Hichikawa.
Il maestro Ichikawa è un punto di riferimento per il comparto gastronomico giapponese, da oltre 30 anni lavora in Italia e per questo appuntamento si esibisce in uno showcooking con degustazione a quattro mani con lachef Sara Preceruti, che presto aprirà il suo ristorante Acquada a Milano in via Villoresi 16. Il Maestro Ichikawa ha preparato Shimabara Somen con brodo di pesce volante, salsa di soia biologica di Nagasaki e tempura di gamberi avvolti nel Shiso (basilico giapponese) e un Carpaccio di manzo con aceto di Ponzu Yuko.
Sara Preceruti ha invece interpretato i prodotti giapponesi in una proposta creativa di cucina italiana come il rollè di coniglio con vegesheet di carota caprino, lamponi, riduzione di soia e riso soffiato e i Goto Udon dolci cotti in acqua di barbabietola, gelatina al Tè verde e citronella, ananas, nocciole, cioccolato bianco.
I
prodotti della Prefettura di Nagasaki sono acquistabili presso il
negozio specializzato in japan and corean food Gaghe in via Piacenza,
24 (Milano) e online su Domechan (online
shop) https://www.domechan.com
I prodotti
Sōmen
I sōmen sono la pasta
allungata a mano di Shimabara, la penisola situata nella parte
meridionale del Giappone, circondata dal mare di Ariake. Si tratta di
una specie di tagliolini la cui produzione risale a 350 anni fa; oggi
Nagasaki ne riesce a soddisfare un terzo del fabbisogno nazionale.
Preparati con acque sotterranee pure e ricche di minerali del monte
Fugendake e farina a contenuto di glutine medio-alto, arrivano sulle
tavole dopo un attento processo di stagionatura.
Udon
allungati a mano di GotōIntrodotti
in Giappone nel VII secolo d. C. da un viaggiatore cinese, questi
udon sono fra i tre più celebri del Paese. A medio contenuto di
glutine, sono preparati con farina di grano duro, sale delle acque a
largo del mare di Gotō e olio di camelia selvatica tipica della
città della prefettura di Nagasaki. Data la limitata produzione di
questi ingredienti, quelli di Gotō vengono chiamati “udon dei
sogni”.
PonzuSi
tratta di un condimento onnipresente nella cucina giapponese, di una
salsa acidula e agrumata. Si prepara con mirin (sakè dolce
giapponese da cucina), aceto di riso, fiocchi di katsuobushi (fiocchi
filetti di tonnetto striato essiccato, fermentato e affumicato) e
alga (konbu), e bollito a fuoco lento. Quando il liquido è
raffreddato viene colato per far asciugare il katsuobushi e viene
aggiunto succo di yuzu o sudachi (agrumi giapponesi). È il
condimento ideale per una grande varietà di piatti, come marinate,
cibi alla griglia, tempura.
AgodashiPrediletto
dagli chef, è un dashi (ingrediente fondamentale per la preparazione
dei brodi giapponesi) a base di pesce volante. Cotto accuratamente al
carbone e fatto seccare al sole, è un autentico condensato di umami,
il sapore raffinato che è uno dei pilastri della cucina giapponese.
Al pari del katsuo (tonno striato) e delle alghe konbu, permette di
ottenere brodi eccellenti che lo rendono un prodotto davvero popolare
se non insostituibile.
Olio
di cameliaSi
tratta di un olio vegetale preparato a base di camelia selvatica
dell’arcipelago di Gotō.
Con
un maggior contenuto di acido oleico dell’olio d’oliva, l’olio
di camelia ha un potere idratante che lo rende ideale per la bellezza
della cute ed è per questo utilizzato per la preparazione di
cosmetici e farmaci.
Tè
verde giapponese
La
prefettura di Nagasaki è celebre per essere stata la prima area del
Giappone dove si è diffusa la coltivazione delle foglie del tè e
l’arte della degustazione. Essa infatti presenta una grande
abbondanza di terreno adatto alla coltivazione di foglie di alta
qualità ed è rinomata per essere una delle principali regioni di
produzione in Giappone, avendo vinto numerosi premi a fiere di
settore.
SochuSi
tratta di un distillato d’orzo prodotto nell’isola di Iki,situata nelle agitate acque del
mar Genkainada. Al pari del whisky scozzese, del bourbon e del
bordeaux, nel 1995 anche lo shochu di Iki è stata conferita dalla
WTO, l’organizzazione mondiale del commercio, la designazione di
prodotto a indicazione geografica, trasformandolo così in un marchio
riconosciuto a livello internazionale. Le sue caratteristiche
distintive sono la dolcezza del malto di riso e l’aroma dell’orzo.