Quali sono le abitudini degli italiani in pausa pranzo? Questa è la domanda che ha ispirato l’indagine condotta da Nomisma per l’Osservatorio Buona Pausa Pranzo di CIRFOOD. CIRFOOD, una delle maggiori imprese italiane attive nella ristorazione e nel welfare alle aziende da sempre promotrice di approfondimenti e indagini utili ad analizzare i trend e le abitudini dei consumatori, ha voluto così raccontare le percezioni e il vissuto degli italiani in pausa pranzo.
La ricerca verrà presentata oggi con una diretta streaming dalle 18.00 sulla pagina Facebook de Il Giornale del Cibo (https://www.facebook.com/giornaledelcibo/), il magazine on-line dedicato alla cultura del cibo edito da CIRFOOD.
L’appuntamento moderato dallo speaker e conduttore di eventi nazionali Germano Lanzoni, racconterà i risultati dell’analisi che Nomisma ha condotto su un campione di 1.200 interviste coinvolgendo lavoratori e studenti, di età compresa tra i 18 e i 55 anni, che fanno la pausa pranzo fuori casa regolarmente almeno 2 o 3 volte alla settimana. All’evento live interverranno il dott. Mauro Mario Mariani – medico nutrizionista di Linea Bianca, Linea Verde e Buongiorno Benessere, Elena Bauer – Responsabile Comunicazione di IFOM, Silvia Zucconi – Responsabile Market Intelligence di Nomisma e Silvia Trigilio – Direttore Responsabile de Il Giornale del Cibo.
In una società sempre più fluida come quella di oggi, quali sono le caratteristiche principali che contraddistinguono le abitudini degli Italiani in pausa pranzo? Innanzitutto, il fattore tempo. La pausa pranzo fuori casa difficilmente dura più di 40 minuti, sia per studenti che per lavoratori. 1 lavoratore su 5 pranza in meno di 20 minuti. Lo stesso vale per gli studenti, tanto che il 19% impiega meno di 20 minuti per la pausa pranzo fuori casa e il 52% tra i 30 e i 40 minuti. Avere un servizio di ristorazione aziendale significa concedersi più tempo per la pausa pranzo: il 59% afferma di riservare fra i 30 e i 40 minuti a questo momento della giornata.
Quali sono i luoghi della pausa pranzo degli italiani? La maggior parte degli studenti (75%) mangia soprattutto a casa, ma è comunque alta la percentuale di chi afferma di consumare 2/3 volta la settimana il pasto sul luogo di studio. Per quanto riguarda i lavoratori, il 43% dichiara di pranzare in ufficio almeno 2/3 volte alla settimana, mentre il 45% rientra a casa.
In università e in ufficio cosa consumano prevalentemente gli Italiani? I dati della ricerca parlano chiaro: si consumano soprattutto pasti cucinati e portati da casa (65% dei lavoratori e 78% degli studenti) o acquistati già pronti da mangiare o solo da scaldare, come insalatone, zuppe e panini (52% dei lavoratori e 53% degli studenti). Diffuso trai i lavoratori (21%) l’abitudine ad ordinare on line e a ritirare il pasto con modalità take-away – soluzioni determinate dall’assenza di alternative di consumo, come ad esempio la presenza di un servizio di ristorazione aziendale.
Il primo fattore che guida la scelta del luogo dove trascorrere la pausa pranzo è la praticità: studenti (22%) e lavoratori (16%) sono concordi nel riconoscere nella vicinanza al luogo di studio/lavoro l’elemento cardine. Tra gli altri fattori presi in considerazione vi sono il tempo a disposizione e gusto/bontà dei piatti proposti; a dispetto di quanto si possa immaginare, la convenienza– intesa come la possibilità di fruire di formule vantaggiose, ad esempio il menù a prezzo fisso – non rappresenta il criterio guida prioritario – interessando principalmente più gli studenti (12%) che i lavoratori (8%) – ma solo un fattore complementare.
Gli stili alimentari adottati nel pranzo fuori casa sono più orientati a salutismo e benessere con scelte che ricadono su portate light/basso contenuto di grassi, ingredienti bio, ma anche proposte ipocaloriche e iperproteiche.
Negli ultimi 6 mesi, per il pranzo fuori casa, il 32% degli studenti ha consumato portate con ingredienti bio/naturali, il 31% ha optato per piatti a basso contenuto di grassi, mentre il 23% ha preferito menù iperproteici.
Anche i lavoratori prediligono pasti leggeri (38%), naturali/bio (34%), con poche calorie (23%). Non stupisce, poi, che la cucina italiana – tradizionale o tipica regionale – resti universalmente la più apprezzata da entrambi i target (oltre il 90% del campione), anche se sta crescendo la predilezione per la cucina orientale (giapponese e cinese), al top tra le preferenze in fatto di piatti etnici, seguita dalla cucina greca e da quella latina, soprattutto messicana e brasiliana.
alto gradimento per la ristorazione aziendale
L’indagine ha rilevato anche il livello generale di gradimento dei lavoratori che usufruiscono dei servizi di ristorazione aziendale e ben 7 intervistati su 10 si sono detti soddisfatti del servizio offerto. In particolare, gli aspetti più apprezzati riguardano il personale impiegato, del quale il 76% di chi usufruisce del servizio di ristorazione apprezza professionalità e gentilezza, oltre a gusto dei pasti e varietà e rotazione del menù (apprezzati rispettivamente dal 70% e dal 64% del target).
ma la pausa pranzo perfetta come dovrebbe essere?
Quali sono le caratteristiche della pausa pranzo ideale degli italiani? Bastano tre parole per definirla: gustosa, economica, veloce. Il gusto resta il primo desiderio per la pausa pranzo di studenti e lavoratori (attributo segnalato rispettivamente dal 59% e 57%) accompagnato possibilmente dal giusto prezzo (66% degli studenti, 49% dei lavoratori)
Il pranzo fuori casa ideale è inoltre quello che prevede pasti light/a basso contenuto di grassi per il 46% dei lavoratori che usufruiscono del servizio di ristorazione aziendale.
abitudini e lifestyle
Pur preferendo la cucina di casa nostra, i gusti degli italiani sono aperti a novità e contaminazioni.
Le spezie fanno ormai parte della quotidianità per almeno 1 italiano su 5. Oltre a curcuma, curry e cumino, tra i nuovi ingredienti si segnalano cous cous, quinoa, zenzero e avocado. Ancora poco consumati i super-foods: mirtillo rosso, semi di chia e bacche di goji sono quelli che raccolgono maggior interesse. La limitata propensione al consumo è ancora legata alla scarsa conoscenza dei prodottI e dei potenziali benefici sulla salute.
Grande interesse anche nei consumi away from home per le caratteristiche degli ingredienti: materie prime da filiere tracciate e controllate, a Km 0 o biologiche. Forte interesse anche per l’impatto ambientale collegato alla produzione delle pietanze.
la campagna del giornale del cibo: GLI UTENTI DICHIARANO L’IMPORTANZA DI AVERE IL RISTORANTE AZIENDALE
Dopo #CrescereAtavola, la campagna che nel 2018 ha attenzionato il tema dell’obesità infantile, il Giornale del Cibo,
magazine online di cultura gastronomica e informazione alimentare edito da CIRFOOD, ha lanciato quest’anno #BuonaPausaPranzo, un’iniziativa per indagare le abitudini più diffuse in pausa pranzo, sensibilizzando sull’importanza che anche il pranzo consumato fuori casa sia però sempre sano, vario e bilanciato.
Condotta su un panel di oltre 61.000 utenti, tramite test e sondaggi, la ricerca ha evidenziato come la pausa pranzo sia irrinunciabile per 8 utenti su 10 e che la maggior parte di essi (73% del campione) preferisce un pasto completo in una mensa o in un locale con cucina.
Gli utenti de Il Giornale del Cibo si dimostrano, poi, particolarmente virtuosi in tema di scelta di alimenti da consumare in pausa pranzo, prediligendo il consumo quotidiano di pasta, riso, cereali, frutta e verdura e, almeno una volta a settimana, legumi e pesce.
Anche se solo il 35% degli intervistati dichiara di lavorare per un’impresa che offre un servizio di ristorazione aziendale, la maggior parte (80%) ritiene che esso sia un servizio importante da offrire ai propri dipendenti.