Il mercato a livello mondiale più sviluppato per l’agricoltura in ambiente controllato (CEA, secondo l’acronimo inglese) sono i Paesi Bassi, che grazie alle serre di ogni tipo riescono ad essere uno dei maggiori esportatori mondiali di prodotti agricoli pur con un territorio limitato e un clima non ideale. Secondo la ricerca periodica condotta sulle aziende attive nell’orticoltura CEA da AgriDirect, società olandese specializzata nei servizi di marketing per il settore agricolo, l’11% delle aziende contattate usa oggi robot, un aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2018. Un altro 2,6% dei 1400 coltivatori intervistati prevede di investire in robotica nel prossimo futuro. Le tipologie più utilizzate sono quelli per somministrare prodotti chimici a spruzzo (24.7%), semina e raccolta (22.2%), imballaggio del prodotto (11.7%) e immagazzinamento (3.7%). La crescita dell’utilizzo dei robot è guidata dalla ricerca di maggiore produttività e dal tentativo di far fronte alla crescente scarsità di manodopera, soprattutto stagionale, che oltre un quarto dei coltivatori intervistati ritiene sia un problema serio.
Il settore che riscuote il maggiore interesse tra coltivatori e sviluppatori è quello della raccolta, che oggi richiede il maggior apporto di manodopera perché è più difficile da automatizzare. Dal momento che in una coltura orticola i singoli ortaggi presentano anche su una stessa pianta gradi di maturazione differente, un robot raccoglitore deve essere in grado di distinguere il livello di maturazione. Inoltre, deve essere in grado di individuare il singolo ortaggio tra il fogliame, e infine deve essere capace di coglierlo senza danneggiarlo. Questi tre compiti richiedono ognuno uno sviluppo tecnologico diverso, idealmente concentrati in una macchina in grado di muoversi agilmente all’interno di una serra. In tutto il mondo sono diverse le aziende ed i centri di ricerca al lavoro.
A NovelFarm sarà presentato per la prima volta in Italia “Hank”, un braccio robot in grado di effettuare la raccolta dei frutti a bacca (mirtilli, lamponi, more…) coltivati in serra distinguendo i frutti maturi con una delicatezza tale da non rovinarli. “Hank” è sviluppato da Cambridge Consultants, azienda specializzata in innovazione conto terzi situata nel Regno Unito. L’origine di Hank è significativa, perché il solo comparto dei coltivatori di frutti a bacca in Gran Bretagna richiede 29.000 lavoratori in più durante il raccolto. La maggior parte di essi erano stagionali provenienti dalla UE. Con la Brexit, questa risorsa sparisce. Saranno sostituiti da robot come Hank?
Hank e i suoi fratelli sviluppati in Israele, Belgio, Olanda, Stati Uniti, Giappone, Cina, rappresentano un modo di intendere la robotica, ossia macchine singole che sostituiscono singoli umani in uno a più compiti all’interno di una serra. A NovelFarm sarà però presente anche un’altra accezione, che vede la serra stessa diventare un robot, in grado di produrre autonomamente senza intervento umano i prodotti che coltiva. Nella sua versione più completa, infatti, una vertical farm è proprio questo, costruita in modo tale da valorizzare al massimo lo spazio in tre dimensioni, con percorsi per gli umani limitati agli interventi di manutenzione. Il concetto è lo stesso dei magazzini automatici realizzati da decenni per le aziende del largo consumo. Nelle vertical farm operative non si è ancora arrivati ad un simile livello di interazione su grande scala. Su piccola scala però esistono già prototipi e sviluppi, anche in Italia.
Tutte le accezioni dell’automazione e della robotica nell’agricoltura in ambiente controllato saranno sviluppate e illustrate a NovelFarm il pomeriggio del19 febbraio, prima giornata della manifestazione, nella sessione Cyber Agriculture.