Nel corso del 2019, stampa, web, tv e radio italiani si sono occupati 1.373.312 volte dello stesso argomento: il cibo. È quanto emerge dal primo rapporto sull’informazione alimentare nei media italiani, presentato questa mattina all’avvio dei lavori della V edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, al Centro Congressi Lingotto di Torino fino a sabato 22 febbraio.
Il Report è stato realizzato da L’Eco della Stampa, storica società italiana, dal 1901 leader in media intelligence e rassegna stampa, analizzando 350.000 fonti e 1 milione di contenuti al giorno. Obiettivo: misurare l’impatto dei temi alimentari sui media, intercettare i temi più discussi e analizzare le modalità di informazione.
Il Festival, nato a Torino nel 2016, è ormai un appuntamento di rilievo nazionale, e continua ad essere l’unico evento in Europa interamente dedicato all’incrocio tra informazione e alimentare. “Per il quinto anno ci troviamo a Torino con centinaia di colleghi provenienti da tutta Italia, e alcuni anche dall’estero, per confrontarci sull’evoluzione dell’informazione dedicata al cibo – spiega Massimiliano Borgia, ideatore e direttore del Festival del Giornalismo Alimentare – In Italia il cibo rappresenta una grande fetta della cultura e della vita quotidiana. Di cibo, grazie ai nuovi media, parlano e scrivono tutti, e sempre più. Abbiamo pensato che fosse necessario misurare con dati oggettivi quanto spazio i temi alimentari occupano sui mezzi di comunicazione. Crediamo che questi dati possano essere utili a chi fa informazione in Italia, per decidere in quale direzione andare. Il tema è strategico, anche in funzione dell’evoluzione stessa dei canali e degli strumenti di comunicazione. Nonostante le difficoltà attraversate dai media, in questi ultimi anni abbiamo assistito alla crescita, in controtendenza, del numero dei mezzi e degli spazi dedicati all’informazione sul cibo.”
Ecco alcuni dati salienti dal primo rapporto sull’informazione alimentare nei media italiani:
1.373.312: le volte in cui i media si sono occupati di cibo nel 2019 (web: 729.357; stampa: 524.488; radio: 88.555; tv: 30.912) Se per radio e televisione l’andamento nel corso dell’anno è stato costante, il picco di informazione sul cibo su web e stampa si è registrato nel mese di ottobre (rispettivamente: 74.546 e 58.782 pubblicazioni): in questo periodo si sono concentrate numerose pubblicazioni relative al Rapporto Unicef 2019 su Bambini, cibo e nutrizione (molto presente sul web) e alla mostra di Steve McCurry dedicata al food a Forlì, che ha ottenuto molto spazio sulla stampa.
Nel 2019 il cibo ha rappresentato il 13,5% dell’informazione legata al tema del Made in Italy, che ha prodotto in totale quasi 300mila pubblicazioni. Nell’ambito del dibattito, oltre 200mila pubblicazioni riguardano le denominazioni di origine: in testa le DOC (oltre 90mila), cui seguono DOP (oltre 62mila), IGP (oltre 36mila) e DOCG (oltre 27mila).
Il Festival, che si occupa anche e soprattutto di informazione legata alla salute – la frequenza consente l’acquisizione dei crediti formativi per l’aggiornamento continuo in medicina, oltre che per l’aggiornamento obbligatorio dell’Ordine dei Giornalisti – ha voluto far emergere dal report anche i dati relativi al binomio alimentazione – salute. Analizzando le pubblicazioni relative alle patologie citate più volte in relazione all’alimentazione, sono state quasi 94mila quelle che coniugavano il cibo con “diabete”, “tumore” e “obesità”. Il report ha messo in luce anche quale tipologia di cibi sia stata associata in modo più ricorrente alle stesse patologie (frutta e verdura, carne, latticini e pesce).
Infine, il Festival è strettamente impegnato sui grandi temi di attualità che riguardano contenuti alimentari. Nel corso del 2019, complice una generale crescente sensibilità verso i temi della sostenibilità, il tema dello spreco alimentare ha iniziato a farsi spazio tra i contenuti. Appena un paio di settimane fa, presentando la V edizione, gli organizzatori del Festival hanno lanciato una petizione su Change.Org per rendere obbligatorio l’uso della “Food Bag”, la scatola che ogni ristoratore dovrebbe consegnare ai clienti per portare a casa il cibo pagato e non consumato. Un tema non ancora così sentito: di “doggy bag” si è parlato 321 volte in Italia, a fronte di oltre 1000 nel mondo.
I dati sono stati presentati alla platea gremita di professionisti dell’informazione e delle professioni mediche nel panel moderato da Tarcisio Mazzeo, Caporedattore TGR Rai Piemonte. Alessandro Cederle, Direttore de L’Eco della Stampa ha commentato: “Di cibo sui media si parla tantissimo, una vera e propria bulimia informativa che caratterizza la stampa come il web, la radio e la tv. I dati emersi da altre nostre ricerche, confrontate con questo nuovo report, ci dicono che si parla molto più di cibo che di politica, anche considerando un periodo come quello delle elezioni europee tenutesi nel 2019. Molto spazio viene dedicato al tema della sicurezza e delle malattie legate al cibo o che l’alimentazione può risolvere. Va registrato, però, che al grande attivismo dei media del nord fa riscontro la poca attenzione del centro Italia. Così come temi quali l’alimentazione vegana e vegetariana, largamente diffuse tra la popolazione, vengono sottaciuti a favore della dieta mediterranea. Una conversazione a cavallo tra “info” e “tainment”, un equilibrio difficile su un tema così ricco di aspetti sociali, culturali e anche etici.”
I dati del primo Report su cibo e media sono stati commentati da Guia Beatrice Pirotti, docente SDA Bocconi e coordinatore del Master of Management in Food & Beverage “Un primo aspetto socialmente interessante è che il cibo si vive, diventa esperienza, fa parte della vita di tutti i giorni, non più come consumo semplicemente funzionale – il doversi nutrire – ma anche e soprattutto come bene esperienziale, in grado di aggregare le persone. E si ha una compartecipazione sempre più vissuta tra utente finale e aziende, fino alla co-creazione di cibi e bevande. Il consumatore vuole dire la sua, non sta più solo a guardare cosa fanno le aziende del food&beverage. Sempre di più vuole esprimere un parere, essere coinvolto già nella fase di ideazione del prodotto. Diventa consum-attore e le aziende utilizzano i social o le community online per promuovere nuove idee e nuovi prodotti ascoltando quello che il consumatore dice.”
Curiosità finale emersa dal Report: lo chef più citato è Gordon Ramsay, seguono Alessandro Borghese e Joe Bastianich.