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Mer. Dic 25th, 2024

Si è tenuta oggi a San Lazzaro di Savena (Bologna), presso la sede di SIS, Società Italiana Sementi, società del gruppo agroindustriale B.F. Spa, unica azienda del settore sementiero a capitale 100% italiano, la conferenza stampa per la rinascita della filiera dell’arachide italiana.

Alla conferenza stampa hanno partecipato il Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, l’Assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, l’Amministratore Delegato di BF SpA e di SIS, Federico Vecchioni, il Presidente di SIS, Mauro Tonello, l’Amministratore Delegato di Noberasco, Mattia Noberasco e il responsabile dell’area economica di Coldiretti Gianluca Lelli.

La domanda di arachidi sul mercato italiano è oggi quasi interamente coperta da prodotto straniero, importato generalmente da Israele, Egitto e Stati Uniti d’America. Una filiera dell’arachide nazionale presenta dunque un enorme potenziale di sviluppo e vedrà nei prossimi anni tutto il comparto impegnato a riattivare tutti gli aspetti agricoli e industriali necessari a rispondere ad una richiesta dei consumatori che si preannuncia di grande valore e che potrebbe portare alla coltivazione di oltre trentamila ettari sul territorio.

Il primo raccolto di arachidi 100% tricolori dal seme allo scaffale dimostra la grande capacità di innovazione dell’agroalimentare Made in Italy e risponde alla domanda di quell’82% di italiani che cercano sugli scaffali prodotti nazionali per sostenere l’economia e l’occupazione del Paese” ha dichiarato Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti nel ricordare che “il consumo di frutta secca da parte degli italiani è raddoppiato negli ultimi dieci anni raggiungendo i tre chili a testa. Questa iniziativa di filiera va dunque nella giusta direzione e rappresenta un modello da seguire anche per altri settori”.

Più piccola, più scura e con gusto particolare e tutto da scoprire rispetto alle tipologie convenzionali, il seme dell’arachide italiana viene depositato in campo nel mese di aprile e raccolta verso la metà/fine di settembre; necessita di terreni torbosi, di temperature elevate e di molte ore di luce, tutte caratteristiche che si sposano perfettamente con il clima italiano. Proprio per queste caratteristiche la regione che ha visto maggiormente svilupparsi questa coltivazione è stata l’Emilia-Romagna e in particolar modo la zona del Ferrarese.

Oggi la protagonista assoluta è l’agricoltura italiana di qualità che, con questo progetto, si riappropria di una filiera ad alto valore aggiunto come quella dell’arachide, persa nel tempo perché ritenuta non conveniente, lasciando così spazio a prodotti di materia prima non certificata. Oggi siamo orgogliosi di annunciare la nascita della filiera dell’arachide italiana che ritorna sul mercato dopo quasi 50 anni – ha dichiarato Mauro Tonello, Presidente di SIS che ha proseguito – far rinascere una filiera significa far ripartire un insieme di competenze, know-how, investimenti in ambito agricolo, industriale e di ricerca applicata fondamentale in un contesto di ripresa economica”.

La rinascita della filiera dell’arachide italiana apporterà importanti benefici anche dal punto di vista della sostenibilità e della salubrità di questo prodotto. Infatti, essendo coltivato su terreni italiani, i cosiddetti food miles – ovvero i km percorsi dal prodotto dal luogo di produzione al luogo di consumo – saranno quasi azzerati portando vantaggi importanti alla qualità del prodotto, al tempo e all’efficacia dell’essicazione, che in molti casi avverrà in impianti “in campo”. L’arachide 100% italiana ha inoltre un elevato contenuto di proteine e questo la rende particolarmente adatta anche per chi fa sport e segue una alimentazione mirata.

L’essiccazione – procedura fondamentale per la qualità del prodotto – è uno degli aspetti che saranno approfonditi e probabilmente posti al centro di future sperimentazioni, ora che è ripartita la filiera di produzione, trasformazione e distribuzione. Il recupero di questo prodotto coincide infatti anche con il recupero di un know-how, di una ricerca e di un segmento occupazionale di grande rilievo.

Ancora una volta a rendere possibile un progetto importante come questo è stata la capacità degli operatori della filiera agro-industriale di creare alleanze. Sono loro i protagonisti del futuro dell’agricoltura italiana, le alleanze costituite da tutti quei soggetti – come il Gruppo BF Spa, SIS, Noberasco – che sono in grado di unire le forze per raggiungere un obiettivo comune – il benessere del consumatore – sovvertendo quel paradigma che vedeva l’agricoltura, l’industria, la trasformazione e la distribuzione in ruoli sbilanciati, contrapposti ed antitetici.” Ha dichiarato Federico Vecchioni, Amministratore Delegato di BF Spa e di SIS.

La sinergia con Noberasco permette la creazione di un accordo di filiera in grado di garantire ai produttori un impegno all’acquisto.

Quello che presentiamo oggi non è solo il lancio di un prodotto decisamente rivoluzionario per l’agrifood come l’arachide italiana – ha spiegato l’Amministratore Delegato Mattia Noberasco, che rappresenta la quarta generazione imprenditoriale della famiglia – ma un progetto che unisce innovazione, qualità, trasparenza e forte impegno ad investire sul territorio. Vogliamo creare una linea di prodotti made in Italy e grazie a questi accordi di filiera perseguiamo il nostro impegno di educare a stili alimentari salutari il consumatore, che sempre di più vuole essere ed è, parte integrante di scelte consapevoli che partono dalla terra fino ad arrivare alla spesa, quindi alla tavola”.

Sono davvero orgoglioso che questo progetto tutto italiano nasca in Emilia-Romagna. Si tratta di un modello capace di tenere insieme tanti soggetti di filiera in uno schema unitario e nazionale, dove ognuno ha il giusto riconoscimento economico del proprio lavoro e garantisce il reddito delle imprese locali, fino alla scala nazionale e alla competitività dei mercati – ha dichiarato l’Assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna Alessio Mammi, che ha così proseguito – Le istituzioni faranno la propria parte per sostenere le imprese che producono, per affermare un primato del cibo italiano nei mercati esteri, anche dal punto di vista qualitativo e di tracciabilità.

Ci stiamo già impegnando per tutelare le nostre imprese nei mercati globali, e sostenerle per avere le stesse condizioni delle altre sui mercati stranieri.”

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