“Il cambio generazionale è tra le sfide più importanti per il futuro del settore del vino made in Italy. In una fase di grande cambiamento, come quella attuale, i giovani del vino italiano devono giocare una grande partita confrontandosi sempre di più con i competitor internazionali e con consumatori millennial sempre più connessi. Formazione, confronto e gioco di squadra sono le condizioni necessarie per continuare a far crescere il vino tricolore nel mondo. Per questo è importante creare occasioni di networking tra i nuovi protagonisti del settore”. A dirlo Violante Gardini Cinelli Colombini, presidente di Agivi – l’Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli under 40 di Unione italiana vini – commentando i lavori del secondo Wine Generation Forum che si è svolto venerdì 9 ottobre nell’ambito della Milano Wine Week.
Ed è stato proprio ‘Imparare dal cambiamento’ il focus della giornata di lavoro dedicata ai millennial del vino che hanno già assunto la guida delle aziende o che sono in procinto di farlo. In scena nella prima sessione, cinque casi-studio selezionati da Agivi in tema di innovazione, turismo, retail, marketing e comunicazione e sostenibilità.
In primo piano e come filo conduttore della mattinata di venerdì scorso, il coraggio di cambiare visioni consolidate attraverso nuovi contributi che, pur mantenendo il legame con la propria storia, proiettano l’azienda verso opportunità ancora inesplorate. A partire dalla lettura del mercato, con uno sguardo che sa intercettare anche le nuove generazioni di consumatori che sempre più stanno dettando le tendenze di acquisto e di consumo.
In questa direzione, il caso di Mora e Memo, azienda sarda tutta al femminile che ha puntato sul target di mercato 20-45 anni soprattutto sulle piazze internazionali, rivoluzionando styling, etichette e nomi dei vitigni in chiave friendly, nella convinzione che è passato il tempo del binomio vino-status. A caccia di giovani consumatori anche la case history di Ferro 13 (Veneto): 5 amici che hanno creato un brand per i millennial, dalla scelta delle uve al naming, fino alla comunicazione anche social. L’experience intesa come valore aggiunto del turismo del vino è stata al centro dell’approfondimento firmato dal museo di Mondodelvino (Piemonte): un corridoio sensoriale dal territorio al bicchiere. Dal Chianti al Portogallo per un matrimonio tra le più antiche denominazioni del mondo (Agricola Tamburini – Toscana). Il risultato è Douscana, un blend tra Sangiovese, Chianti e i portoghesi Touriga Nacional e Duoro. La sostenibilità come strategia per Mossi 1558 (Emilia Romagna), particolarmente impegnata a decifrare le conseguenze del cambiamento climatico in corso attraverso la selezione di uve resilienti in supporto a quelle tradizionali per la creazione di vini integri nella loro acidità.
Agivi (https://agivi.unioneitalianavini.it/). Nata nel 1989, Agivi è l’Associazione dei giovani imprenditori vinicoli italiani tra i 18 e i 40 anni di Unione italiana vini, impegnati direttamente o indirettamente nelle attività aziendali. Una realtà che riunisce oltre 80 giovani leve delle imprese vinicole di tutte le tipologie e regioni italiane. Educazione, promozione e sistema sono le key word dell’associazione: i tre asset strategici del cambio generazionale del mondo del vino.