«Lavorando nel food delivery sto ricevendo tanti messaggi, che mi dicono “A te andrà bene! I ristoranti chiusi riesplode il delivery, sarai contento”. No non sono contento, forse 6 mesi fa, quando in tanti pensavamo ci sarebbe stata una breve parentesi di qualche settimana in cui i ristoranti avrebbero solo fatto consegne. Oggi no, non lo sono. Sento una forte responsabilità verso queste attività, queste famiglie e questi imprenditori. Da marzo a maggio, con Foodys.it, abbiamo avuto i nostri mesi migliori di sempre, ma non riesco e non riuscivo a non pensare che ogni ordine in più sarebbe servito per far pagare un pezzetto di affitto ad un nostro partner, fargli pagare un pezzetto di stipendio di uno chef, la fattura di un fornitore, che ha una famiglia anche lui, oppure anche solo le bollette di casa o l’apparecchio dentale dei figli. Il Covid a marzo è stato un avversario sleale ma alla portata del nostro mondo che era forte e solido, ora è un avversario forte e irresistibile che trova sulla sua strada un settore in ginocchio. Da imprenditore sto soffrendo pensando a questi amici. Ora abbiamo bisogno di piccoli partigiani e non di grandi condottieri. Siatelo tutti nel vostro piccolo». Lo dice Simone Ridolfi, CEO di Foodys.it, più grande player di food delivery del centro-sud Italia, presente in oltre 10 città, tra cui Roma, Npoli, Catania, Lecce, Cosenza, Cagliari.