Breaking
Lun. Dic 30th, 2024

Marine Stewardship Council (MSC), organizzazione non profit che promuove la salute degli oceani attraverso i suoi Standard di sostenibilità ittica, pubblica i risultati della più grande ricerca globale sui consumatori di prodotti ittici, investigandone abitudini, percezioni e attenzione alla sostenibilità a livello nazionale e globale.

Gli italiani si confermano grandissimi consumatori di pesce, che prediligono cucinare e consumare nelle proprie case. Attenti agli indicatori di qualità e salute, gli italiani prestano molta attenzione anche al tema della sostenibilità: spinti dalla consapevolezza dell’urgenza di proteggere mari e oceani, gli italiani sono pronti a scendere in campo per contribuire alla loro salute.

Abitudini di consumo

Se non sorprende il fatto che un’altissima percentuale di italiani (94%) dichiari di consumare abitualmente prodotti ittici, è interessante notare che il 41% si dichiari un vero e proprio seafood lover, amante e appassionato dei prodotti offerti dal mare. Perché in Italia questi non sono solo un alimento, ma cultura e tradizione.

Il 36% dei consumatori dichiara di aver aumentato il consumo di prodotti ittici negli ultimi 5 anni. Le motivazioni che orientano il consumatore sono legate alla salute e alla qualità (freschezza, sicurezza e un impatto positivo sulla propria salute), e alla provenienza da fonti sostenibili. Il pesce è visto come alimento sano, una valida e più salutare alternativa alla carne. Il consumo di pesce avviene prevalentemente all’interno delle mura domestiche (76% degli intervistati). Le specie preferite? Tonno e merluzzo.

Testo alternativo
Testo alternativo

Focus sulla sostenibilità…

Gli Italiani oggi sono sempre più consapevoli dei rischi per la salute del nostro pianeta: inquinamento dell’aria e dell’acqua, e gli effetti del cambiamento climatico sono in cima alla lista delle preoccupazioni. Per quanto riguarda gli oceani, i pericoli maggiormente percepiti riguardano l’inquinamento delle acque, in particolare quello causato dalla plastica, e la pesca eccessiva che impatta sulle risorse ittiche. Proprio questa è al centro delle preoccupazioni dei consumatori: il 39% teme di veder sparire le proprie specie preferite.

Preoccupati, ma non scoraggiati: 3 italiani su 4 dichiarano che comprando prodotti ittici sostenibili si possa fare la propria parte per la salute degli oceani.

Testo alternativo

… per il bene delle generazioni future.

Se alla domanda “cosa avete fatto nell’ultimo anno per proteggere gli oceani”, 1 consumatore su 4 ha risposto di avere cambiato brand a favore di uno più attento alla sostenibilità o aver cambiato specie sempre a favore di una più sostenibile, lo sguardo sul futuro è ancora più incoraggiante. L’86% degli italiani è pronto a mettere in campo azioni concrete per proteggere gli oceani, che per un terzo degli intervistati si traduce nell’orientarsi verso brand più impegnati nella sostenibilità e nel basare le proprie decisioni su informazioni precise e puntuali.

Da questa ricerca, emerge il ritratto di un consumatore consapevole, pronto a mettersi al centro di un sistema virtuoso in cui la domanda, generata da una moltitudine di voci, spinge il mercato dei prodotti ittici verso la sostenibilità. Questo accadrà solo se sempre più aziende e retailer ascolteranno le richieste dei consumatori, includendo la sostenibilità nella propria strategia di approvvigionamento e fornendo al consumatore un numero sempre più grande di prodotti sostenibili.

Ma come possono orientarsi i consumatori quando cercano prodotti sostenibili? Ecco che vengono in aiuto le etichette di certificazione di sostenibilità, che aiutano nelle scelte e aumentano la fiducia nel brand, come dichiarato dall’82% dei consumatori.

Testo alternativo

Marine Stewardship Council: marchio blu di sostenibilità

Sempre più attività di pesca, retailer e aziende di produzione e trasformazione entrano nel programma di certificazione MSC per offrire al pubblico prodotti sostenibili. Il programma MSC si basa su rigorosi principi scientifici che stabiliscono, attraverso l’assegnazione di un punteggio, l’effettiva sostenibilità dei prodotti della pesca; quando il processo di certificazione si conclude positivamente, i prodotti potranno avere il marchio blu MSC sulla propria confezione. Ma cosa pensano gli italiani di questo marchio?

Grazie al prezioso lavoro di sensibilizzazione fatto da MSC e dai suoi partner, oggi oltre il 55% degli italiani (percentuale in crescita del 25% rispetto al 2018) conosce il marchio blu e circa il 40% comprende cosa ci sia dietro di esso: una pesca sostenibile e certificata. Altissimi i livelli di fiducia: l’84% di chi lo conosce si fida del marchio blu; fiducia che si trasforma in un positivo passaparola per quel 60% che raccomanderebbe l’acquisto di prodotti a marchio blu.  

Testo alternativo
Testo alternativo

É aumentata anche la percentuale di consumatori che dichiarano di acquistare frequentemente prodotti certificati MSC (40%, +33% rispetto al 2018); affermazione che si concretizza nell’intensa crescita registrata nel volume di prodotti a marchio MSC venduta nel nostro paese (33.000 tonnellate nell’anno fiscale 2019/20). Siamo solo all’inizio di un lungo percorso di cambiamento verso la sostenibilità dove ognuno deve fare la propria parte, ma i risultati di questa ricerca mostrano che stiamo partendo col piede giusto.

La ricerca

Alla sua terza edizione dopo quelle svolte nel 2016 e nel 2018, la ricerca svolta da MSC in collaborazione con Globescan è stata condotta online tra il 7 e il 20 febbraio 2020 su un campione di 20.876 consumatori di prodotti ittici di 23 paesi del mondo: Australia, Austria, Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Singapore, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, UK e USA.

GlobeScan è un istituto di ricerca che svolge indagini sulla reputation, sui brand, sulla sostenibilità, sull’engagement e sui trend. Fondata nel 1987, ha uffici a GlobeScan ha sede a Cape Town, Hong Kong, Londra, Parigi, San Francisco, São Paulo e Toronto ed è firmatario di UN Global Compact e una Certified B Corporation.

Related Post