Un terzo di tutto il cibo prodotto ogni anno per il consumo umano viene sprecato o perso tra l’azienda agricola e la tavola, con un risultato pari a quasi 1.000 miliardi di dollari di perdite per l’economia globale: questo uno dei dati che Quantis, società leader per la consulenza ambientale, comunica in occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare di oggi.
Lo spreco alimentare non è solo un numero ma una catena di valore: gli alimenti differiscono non solo per il loro impatto ambientale (emissioni di gas serra, consumo idrico, uso del suolo etc.) ma anche in termini di contenuto calorico e nutrizionale. Un approccio più ampio al tema dello spreco alimentare combina metriche ambientali e nutrizionali, per rendere il processo decisionale più consapevole e sviluppare strategie di riduzione mirate che diano priorità alle perdite alimentari e ai processi di spreco più rilevanti nelle diverse prospettive.
“Lo spreco alimentare è molto più che un semplice spreco di cibo: è uno spreco di tutte le risorse necessarie per produrlo e distribuirlo – commenta Simone Pedrazzini, Direttore Italia Quantis. Per migliorare la sostenibilità del nostro sistema alimentare globale, la riduzione degli sprechi e delle perdite è una leva fondamentale per un cambiamento positivo. Dobbiamo garantire che gli sforzi per limitare gli sprechi alimentari siano legati all’obiettivo finale di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la sicurezza nutrizionale”.
“Quantis affianca le aziende del Food nell’affrontare attraverso un percorso science-based il problema degli sprechi e delle perdite alimentari: fissare obiettivi, misurare, gestire. Questo approccio richiede che gli stakeholder lungo tutta la supply chain alimentare lavorino insieme per innovare, educare e garantire trasformazioni a livello di politiche e approcci necessari per il cambiamento. La prevenzione, sia in termini di riduzione della quantità di cibo prodotta sia di quella buttata in discarica, dovrebbe avere la priorità” conclude Pedrazzini.
Quantis evidenzia quindi la complessità del problema e le numerose variabili in gioco: a seconda delle metriche in considerazione non tutti gli sprechi e le perdite alimentari hanno lo stesso impatto o valore. Per allineare la limitazione dell’FLW (Food Loss and Waste) agli obiettivi di sostenibilità, la conversazione sul tema deve spostarsi dal volume al valore in termini di impatto ambientale e sicurezza nutrizionale.
Le risorse necessarie per ottenere i diversi tipi di alimenti dal seme al piatto variano in modo significativo: gli alimenti differiscono per il loro impatto ambientale (ad esempio in termini di emissioni di gas serra, consumo idrico e uso del suolo) e varia anche il contenuto calorico e nutrizionale. Quantità uguali di carne bovina e lattuga non si equivalgono in termini di impatto né di valore nutrizionale. Ad esempio, una tonnellata di carne bovina contiene 2,5 milioni di chilocalorie per un’impronta di carbonio pari a circa 30.000 kg di CO2 eq; una tonnellata di lattuga contiene invece 150.000 chilocalorie e ha un’impronta di carbonio di circa 200 chilogrammi di CO2 eq.
Tuttavia, se un rivenditore sta sprecando 1000 tonnellate di lattuga e solo 5 tonnellate di carne bovina, la lattuga avrà espresso un’impronta di carbonio più elevata; inoltre, avrebbe fornito più energia nutritiva.
Per ridurre efficacemente lo spreco di cibo, cioè, le decisioni non possono essere determinate in maniera casuale, ma gli attori della supply chain devono avere una conoscenza approfondita della più ampia catena del valore di settore e del contesto di sostenibilità per poter fissare obiettivi significativi e di impatto. Un’importante azione può essere intrapresa a livello di azienda alimentare, attraverso la raccolta di dati lungo tutta la filiera produttiva, la stima di perdite e sprechi e l’individuazione degli interventi più significativi dal punto di vista della sostenibilità.
Per indagare il punto di vista più completo di Quantis sul tema della sostenibilità ambientale del sistema alimentare, dalla materia prima al fine-vita, scoprite il Report Dig In: A landscape of business actions to cultivate a sustainable and resilient food system.