Circa 6.399 imprese e quasi 231.390 mila addetti sono coinvolti nell’industria FMCG e in particolar modo nel Food & Beverage in Italia. Un settore fondamentale per il Sistema Paese e punto di riferimento per il mercato internazionale, anche come promozione del Made in Italy: l’export infatti vale circa 44,6 miliardi di euro di cui F&B 37,8 miliardi.
Dell’evoluzione di questa industry nel nostro Paese da un punto di vista delle risorse umane si è parlato ieri nell’evento “Il futuro delle professioni nel settore FMCG” organizzato da Gi Group in collaborazione con ODM Consulting, con il supporto di Assobirra e Unionfood.
L’evento prende spunto dai risultati emersi dall’indagine “Star Matrix FMCG”, uno studio con metodologia proprietaria sull’evoluzione dei ruoli e delle competenze del settore da qui ai prossimi 3/5 anni. Dei 233 ruoli complessivamente analizzati dalla ricerca, che si è rivolta alle aziende Food, Beverage e Food&Beverage, circa uno su due (45%) registrerà una crescita nel prossimo futuro, il 42% resterà stabile, mentre solo il 13% subirà un declino. I ruoli e le professioni che, sulla base dell’analisi condotta, cresceranno maggiormente riguardano le funzioni Innovazione e Digital (82%), Ingegnerizzazione (88%), R&D (60%), Salute/Sicurezza/Ambiente (60%) e Marketing (48%).
Diversamente, quelli che vedranno un calo della loro importanza, a fronte soprattutto dell’automazione o dell’esternalizzazione delle attività che svolgono, sono operaio generico, data entry, operatore informatico, plant controller, operatore informatico, responsabile o addetto marketing, inbound o outbound coordinatore, responsabile logistico e magazziniere.
“L’industria FMCGè una delle poche ad esser stata in grado di rimanere stabile se non addirittura di crescere durante questo periodo di crisi – è intervenuto Giorgio Alberti, Division Manager FMCG di Gi Group – Se da una parte vi sono state una iniziale difficoltà nelle filiere di approvvigionamento e una drastica riduzione dei consumi fuori casa, dall’altra l’aumento esponenziale dell’interesse da parte dei consumatori per le consegne e gli acquisti online ha controbilanciato la situazione e al contempo ha fatto emergere la necessità di sviluppare e inserire nuove competenze e professionalità in azienda. Dal momento che le tendenze evolutive, che erano già in atto in questi ultimi anni, hanno subito un’accelerazione negli ultimi mesi, riteniamo cruciale assicurare up-skilling e re-skilling di tutto il personale del settore rafforzando le capacità tecniche e digitali, in primis l’analisi dei dati, ma anche le cosiddette soft skill, come digital-mindset, accountability, velocità e accountability”.
L’evoluzione dei ruoli e delle competenze è strettamente correlata anche ai cambiamenti che caratterizzano il settore: “Cinque le aree di forte cambiamento che abbiamo evidenziato nello studio: evoluzione tecnologica, organizzativa, del mercato, socioculturale e normativa – ha spiegato Rossella Riccò, Senior HR Consultant e Responsabile Area Studi e Ricerche di ODM Consulting – In primis, appunto quella tecnologica: l’automazione e la digitalizzazione, già forti nelle multinazionali, caratterizzeranno anche le PMI. Inoltre, vi sarà un aumento del ricorso a piattaforme e-commerce e retail e a big data analytics. Allo stesso tempo, un’evoluzione organizzativa, ovvero una diffusione dell’open innovation, un passaggio da strutture verticali a snelle e un incremento dell’importanza della reputazione legata all’attenzione alla sostenibilità e alla Diversity & Inclusion, così come una sempre più centralità del fattore umano e delle soft skills”.
L’analisi di Gi Group in collaborazione con ODM Consulting ha anche evidenziato gli impatti della:
- evoluzione del mercato – operiamo in un contestoVUCA, in cui cresce la necessità di diversificare i prodotti. Diventano quindi strategiche alleanze e M&A.
- evoluzione socioculturale – è notevole l’impatto dei nuovi stili di vita e dei nuovi trend di consumo, per cui sostenibilità, prodotti km0/biologici, intolleranze, italianità, artigianalità diventano valori che guidano le scelte di acquisto, così come del Millennial Effect, caratterizzato dalla ricerca di personalizzazione, esperienza, velocità, minore fedeltà al brand, influenza di social media.
- evoluzione normativa: la densità delle normative erogate negli ultimi anni richiede supporto e interpretazione. Al contempo, cresce l’attenzione verso misure che prevedono sgravi fiscali e incentivano l’industria 4.0 e per lo sviluppo di una strategia per la tutela dei brevetti.
Nell’evento moderato da Elena Ripa, CORE Legal Manager Unione Italiana Food, sono intervenuti anche: Nicandro Iannacone, HR Manager Southern Europe, Nomad Foods; Federico Luddi, Group Human Resources Director di Mutti Spa; Febo Leondini, Advisor Birra Castello; Irene Maccabruni, Senior Talent Manager di Coca Cola HBC.