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Lun. Dic 2nd, 2024

Non poteva comunicarsi in altro modo se non attraverso l’ironia BOT – Bottle on the table, il nuovo brand di vino di Botter S.p.a. che parla il linguaggio del web per rivolgersi ai Millennial e rompere gli schemi classici della comunicazione del settore.

BOT è moderno, irriverente, colorato, spensierato, autoironico. E il primo vino con il LOL dentro. In breve, BOT parla come farebbe un meme.

Proprio in questi giorni il brand è arrivato sul mercato e lo ha fatto con una prima campagna di comunicazione che, come ogni buon meme che si rispetti, veste d’ironia uno dei principali stereotipi della rete: i boomer.

Attraverso la partecipazione dei comici Luca Ravenna ed Edoardo Ferrario, che incarnano a pieno l’identità e il target del marchio, BOT ha lanciato: “Diventa un boomer”, la prima guida alla vita adulta per la BOT Generation.

Una web serie sviluppata interamente sui canali Instagram del brand. Cinque episodi nei quali Millennial e Boomer sono messi a confronto su tutte quelle tematiche che, spesso, risultano essere fonte di attrito e incomprensione tra le diverse generazioni.

Matrimonio o convivenza? Famiglia tradizionale o relazioni aperte? Mutuo o affitto?

Sono proprio questi i temi di confronto sui quali si concentra il primo episodio: “Famiglia tradizionale”, disponibile online.

“La nostra azienda negli ultimi trent’anni è stata fortemente orientata al mercato estero. Ci siamo resi conto, però, che era importante farci conoscere anche nel mercato italiano – afferma Annalisa Botter, head of marketing di Botter SPA – Volevamo trovare un modo di comunicare che ci rappresentasse, che fosse innovativo, ironico e che coinvolgesse un pubblico diverso, più eterogeneo e trasversale. Abbiamo deciso che dovevamo essere coraggiosi e divertirci, senza lasciarci influenzare dagli stereotipi del settore. Gummy è riuscita a capire ed interpretare le nostre esigenze soddisfacendo al meglio le nostre aspettative. Lo confessiamo, da veri BOOMER, ce la siamo goduta.”

Bottle on the table: il vino della generazione BOT

Ma com’è nato BOT?

Da oltre un anno, lo sappiamo, la routine e le abitudini di consumo di tutti noi sono state stravolte. Le mura domestiche si sono trasformate in uffici, palestre e ristoranti. Tutto questo, con uno stesso comune denominatore: la rete, l’ambiente nel quale ogni contesto di vita classico è stato riconvertito. Ecco quindi che qualunque tipologia di prodotto food & beverage ha trovato nel digitale la chiave di volta per sopravvivere. Anche il vino.

In questo clima di sperimentazioni e nuove abitudini, Botter S.p.a. – storica azienda vinicola veneziana – ha trovato nei Millennial il target giusto per proporre un prodotto tutto nuovo che rompe qualsiasi schema della comunicazione che siamo abituati ad associare a vini e spumanti. Un target giovane, sempre connesso, che parla il linguaggio del web e che è sempre più interessato a creare le proprie abitudini di consumo.

Ma come rivolgersi a questo pubblico? Parlando il suo stesso linguaggio.

Basta stereotipi, basta fotografie di romantici vigneti o dei brindisi in compagnia. BOT parla un linguaggio che si ispira proprio al mondo di internet: è moderno, irriverente, colorato, spensierato, autoironico.

“Ci siamo accorti – spiega Michele Pagani, partner e head of media strategy di Gummy Industries – che nel mondo del vino sono pochi i brand che parlano alla nostra generazione e che riescono a usare e sfruttare al meglio i nostri riferimenti culturali, proveniente per lo più dal web. Insieme a Botter, abbiamo voluto provare a colmare questo vuoto”.

Parlare di prodotto in modo nuovo

Ai giovani interessa davvero conoscere ogni singolo aroma che possiamo trovare in un vino? Sono davvero queste le informazioni che li portano a scegliere il prodotto?
BOT crede di no.
Così, anche nelle schede tecniche dei propri prodotti si immedesima a pieno nel linguaggio e negli interessi del proprio target. Ecco quindi che gli aromi si trasformani in hashtag e gli abbinamenti consigliati vanno contro ogni stereotipo.

Questo linguaggio è stato trasferito su ogni componente identitario del brand: dalle schede tecniche, appunto, al sito web, dai canali social, fino alle etichette – illustrate dall’artista Vito Manolo – e al packaging.

“Tutti i tasselli visivi vanno in questa direzione creando un’identità fresca per un brand che rompe le regole – spiega Anna Maggi, head of content e art director di Gummy Industries – Per il vino che parla ai Millenial abbiamo scelto una palette colori pop, un linguaggio fotografico che racconta la visione del vino della BOT generation, un sistema di etichette totalmente lontano dall’immaginario patinato del vino italiano e un web design ricco di animazioni ed easter egg per rendere l’esperienza dell’utente divertente e dinamica”.

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