Dopo un saluto di David Pambianco, CEO di Pambianco e moderatore della giornata, i lavori si sono aperti con l’intervento di Alessio Candi, Consulting e M&A Director di Pambianco, che ha presentato la ricerca “I settori del wine & food e la sfida della ripresa” in cui analizza l’andamento del settore nel nostro Paese. Con un valore di produzione pari a 143 miliardi di euro di cui quasi 12 miliardi sono legati al segmento del vino il settore pesa con i suoi 35,5 miliardi di esportazioni l’8,3% delle esportazioni totali del nostro Paese. La ricerca si è quindi focalizzata sul segmento vitivinicolo ed ha evidenziato come il nostro Paese sia il primo produttore al mondo con il 19% degli ettolitri di vino prodotti, seguito poi da Francia (18%) e Spagna (16%). Siamo inoltre sul gradino più alto del podio anche in termini di ettolitri esportati mentre, guardando al dato in termini di valore, ci troviamo in seconda posizione alle spalle della Francia che ad oggi ha un prezzo medio di vendita al litro quasi doppio rispetto all’Italia e quadruplo rispetto alla Spagna. Ad oggi USA, Germania e UK sono i nostri primi mercati esteri e valgono il 52% delle esportazioni di vino italiano. Cina e Russia, pur essendo rispettivamente il 6° e 7° paese al mondo per consumo di Vino oggi vedono i nostri brand ancora poco presenti e rappresentano dunque una grande opportunità di sviluppo. Ultima evidenza, legata ai canali distributivi ed ai loro cambiamenti nel corso del 2020, è ovviamente molto forte la crescita dell’online che pur valendo ancora il 3% è cresciuto del 171%.
PwC-per-Pambianco-Wine-Food-Summit_compressedOmar Cadamuro, Director Consumer Markets PwC, ha quindi spiegato come la pandemia abbia cambiato in modo permanente le abitudini di consumo. Questo è quanto è emerso dall’indagine che PwC Italia ha condotto a livello globale tra marzo e giugno 2021. I nuovi trend per le industrie del comparto wine&food possono diventare un’opportunità di sviluppo, se colte in modo tempestivo e profondo.
Per il 49% degli intervistati la crescita dell’e-commerce nel settore vino continuerà oltre l’emergenza, mentre la decrescita del canale Ho.re.ca sarà permanente per il 25% del panel. Le aziende corrono ai ripari innovando servizi e prodotti, ad esempio attraverso lo sviluppo del turismo del vino che sarà un elemento chiave per il 48% dei rispondenti.
Circa la metà dei consumatori dichiara di essere più eco-friendly rispetto al passato e il 53% sceglie l’opzione più sana quando acquista generi alimentari. Completano il quadro delineato dalla ricerca la preferenza verso prodotti e aziende “locali” ed una maggior attenzione al prezzo, probabilmente a causa dell’impatto che ha avuto la pandemia sui redditi individuali.
A seguire, Sergio Scornavacca, Director Industrial Market and Northern Italy Lead MINSAIT (an Indra Company), ha presentato una ricerca dal titolo: “Il Vino e la sua Human Customer Intimacy” da cui è emerso che la “next normal” che stiamo vivendo ha ribadito quanto sia importante costruire un rapporto umano, quasi intimo e personalizzato tra consumatori e aziende, sia di servizio che di prodotto. Questo è un paradigma che sta toccando tutti i settori, ovviamente anche quello del vino, indipendentemente dalle dimensioni: dalla bottega sotto casa sino alle media e alla grande azienda.
Da un’analisi condotta da Minsait e BlogMeter dei social e dei blog riguardanti i trend e gli “hot topic” è infatti emerso che solo nell’ultimo anno ben 668.600 messaggi hanno riguardato il settore wine. Un trend che si è mantenuto pressoché stabile nei mesi e che ha visto protagonista il canale Instagram (63%), seguito da Facebook (23%) e in modo marginale gli altri. Si parla principalmente di “rapporto con il territorio”, per i vini di Franciacorta, Prosecco, Barolo e tra le diverse occasioni di consumo (oltre 145.000 messaggi) primeggia l’aperitivo con oltre il 50% dei post, a dimostrazione del bisogno di evasione e convivialità informale che tanti consumatori hanno vissuto. Per dare invece un’idea dello stato dell’arte dei sistemi di “customer care” del settore, è stata realizzata una specifica attività di mistery calling dei 40 principali player del settore wine. Circa il 10% delle aziende ha dato risposte esaustive e convincenti, confermando in generale il quasi totale interesse verso il canale wholesale. Le conclusioni hanno portato alla proposta di un possibile “Human Customer Service Journey” che prende spunto dai benchmark di altri mercati, fashion in primis, che grazie all’utilizzo di opportuni processi organizzativi e strumenti digital (CRM, commerce e data integration) consentono una corretta gestione dei processi di “customer care”.