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Mer. Lug 24th, 2024

Poco oltre il Centro storico di Monforte d’Alba, lungo la strada in direzione di Roddino, imbocchi la piccola via Ginestra che si inerpica sulla collina di fronte al paese. Dopo un chilometro di salita ti trovi in un posto spettacolare.

Mozzafiato. Dove le emozioni ti inebriano, scorrono come un fiume in piena e ti scaldano il cuore. Siamo nell’azienda vitivinicola Conterno Fantino che, nel 2022, si lascia alle spalle quarant’anni anni di storia. Un traguardo eccezionale. Certo nel 1982, quando Claudio Conterno, ora, 59 anni, e Guido Fantino, nato nel 1956, con coraggio e un pizzico di incoscienza giovanile, decidono di mettere insieme i terreni di proprietà per coltivare l’uva e produrre il vino, nella Langa di allora non era una scelta così scontata. Anzi. Tuttavia, pur con i piedi saldamente ancorati alle radici contadine, forse proprio il loro sogno, diventato concreto, aiutò in qualche modo anche altri imprenditori a innovare le attività. Contribuendo a costruire una nuova idea di pensare la Langa che la porterà a raggiungere, nel 2014, con i vicini Roero e Monferrato, il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’Umanità per i paesaggi vitivinicoli.

Il percorso della Conterno Fantino è costellato di sacrifici, impegno, passione, amore per il lavoro e per il meraviglioso territorio dal quale sono circondati. “In alcuni momenti – raccontano i due imprenditori – è stata dura. Però, grazie alla consapevolezza e al buon senso, non abbiamo mai avuto grandi difficoltà e l’aver unito due famiglie con gli stessi obiettivi ha portato vantaggi e tante soddisfazioni. Ne è valsa la pena. I 40 anni sono passati velocemente”.

Un percorso a piccoli passi

Il primo “vero” successo arriva con l’uscita del Barolo 1990, quando il mercato del prestigioso vino esplode nel mondo. L’azienda si amplia aggiungendo ulteriori vigneti e costruendo la nuova cantina. Nella società entra Alda: la moglie di Guido. Invece quella di Claudio, Cinzia, svolge, anche ora, un altro lavoro. Nel tempo la squadra si rafforza con l’ingresso dei figli: Fabio ed Elisa Fantino e, più di recente, Noemi e Matteo Conterno. “Ne siamo molti contenti – affermano i due fondatori della struttura vitivinicola – perché il poter contare su nuove forze rappresenta per noi uno stimolo a continuare e a dare loro una mano”.

Inoltre, l’azienda ha una decina di dipendenti a tempo pieno. Adesso, la Conterno Fantino coltiva, con il metodo solo biologico, 27 ettari di vigneti, 19 in proprietà e 8 in affitto, con vitigni di Nebbiolo, Barbera, Dolcetto e Chardonnay. Produce, complessivamente, 140 mila bottiglie l’anno caratterizzate dall’alta qualità ottenuta attraverso l’attenta selezione dei grappoli di uva e l’accurato processo di invecchiamento e affinamento dei vini. Poi, per ridurre l’impatto ambientale utilizza fonti rinnovabili. Il tutto con un unico scopo: il rispetto della terra e della sua memoria.

Il progetto per i 40 anni dell’azienda

Lo scorso 18 febbraio, la Conterno Fantino ha festeggiato i 40 anni di attività senza volersi autocelebrare, ma rendendo omaggio all’incantevole panorama che sta attorno all’azienda.

In quale modo? Attraverso il progetto “Vino Vita Vista alfabeto del paesaggio”. Con quale obiettivo? Creare, giorno dopo giorno, a partire dalla fine del 2019, in un confronto continuo tra quanti hanno contribuito a realizzarlo, un gioiello capace di illuminare un territorio prestigioso.

Con quale risultato? Il cofanetto, prodotto in 500 esemplari, e riservato alle persone che, nel mondo, hanno aiutato l’azienda e le Langhe a crescere.

Cosa contiene? La “Vita”, con le accattivanti storie di quei luoghi raccontate dallo scrittore riminese, adesso residente in Valsesia, Michele Marziani, che ha utilizzato una lettera dell’alfabeto per ogni tratto di narrazione. Il tutto raccolto in uno splendido libro, ulteriormente impreziosito dagli acquerelli di Noemi Conterno. Da leggere d’un fiato.

Quindi, la “Vista”. Un lavoro pregevole e certosino del fotografo fossanese Davide Dutto che, per due anni, è salito sulla torretta sopra la sala degustazione dell’azienda e ha immortalato la cornice delle Alpi: dalle Liguri alle Lepontine con un temporale sul massiccio del Monte Rosa in chiusura di percorso. Dutto ha realizzato migliaia di scatti, scegliendone 38 e, dopo, riducendoli a 24, per costruire un’unica immagine-poster che misura 154 centimetri di lunghezza per 26 di altezza. Inserita a pezzi anche nel libro. La sequenza, con l’indicazione del nome delle vette più importanti, a cura di Michele Colonna del Cai regionale, è stata poi “cucita”, con minuziosa abilità, dal grafico Alessandro Rivoira. La stampa l’ha curata Luciano Leardo dell’Artistica Savigliano. Inoltre, hanno collaborato Francesca Ferrua in redazione ed Elisa Fantino per il coordinamento generale dell’iniziativa.

Infine, il “Vino”. A completare il progetto non poteva e non doveva mancare ciò che ha fatto grande la Langa: in questo caso una bottiglia di raffinato Barolo dell’azienda, il “Sorì Ginestra” del 2018.

Un’opera dal profumato sapore artistico, studiata e realizzata davvero con il cuore.

Il significato di un cammino

Dicono le famiglie Conterno e Fantino: “Con questo progetto abbiamo voluto rendere partecipi le altre persone dello spettacolo che la natura ci regala quotidianamente e che, forse, ogni tanto, vedendolo sempre, lo diamo per scontato. Anche se, poi, lo riapprezzi quando sei arrabbiato, perché salendo sulla torretta e guardandoti attorno riesci a riconciliarti con il mondo”.

Cosa ha caratterizzato il progetto? “La pazienza di costruirne un pezzo, giorno dopo giorno. La stessa pazienza che contraddistingue il nostro lavoro nel seguire i tempi della natura e delle stagioni: dalla preparazione delle viti alla maturazione dell’uva; dalla vendemmia alla produzione del vino”

Il percorso continua? “L’idea è di pensare ai 50 anni dell’azienda con un altro progetto simile. Non vogliamo fermarci, ma guardare lontano”.

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