Breaking
Dom. Dic 22nd, 2024

Anno 1892: Umberto I regna sull’Italia, Giovanni Giolitti presiede il suo primo governo, il celebre scrittore Italo Svevo pubblica ‘Una vita’. In quell’anno nel cuore della Valpolicella c’è un’altra vita a lasciare il segno, una impronta talmente profonda da perdurare sino ai giorni nostri. Succede infatti che a un giovane di nome Giacomo Montresor, a Verona, gli viene intitolata dai genitori un’azienda vitivinicola. È il primo atto di un percorso nel mondo del vino, a cui fanno seguito l’acquisto di una Osteria in pieno centro a Verona negli ’20, e la costruzione, nel 1934, di Cantine Giacomo Montresor in quella che tutt’ora è la sede della cantina che festeggia i 130 anni di storia.

Una vita, quella di Giacomo, tutta dedita alla produzione di vini di eccellenza e allo sviluppo commerciale, prima in Italia e poi all’estero. E se oggi l’approdo nei mercati oltreconfine è un percorso “naturale” per crescere, all’inizio del secolo scorso era una impresa da pionieri temerari. E infatti proprio in quelle peregrinazioni arrivò una intuizione destinata a lasciare ancora oggi un tratto distintivo di Cantine Montresor: la bottiglia satinata. I lunghi viaggi oltreoceano rischiavano di ossidare il vino in quelle spedizioni via mare che non finivano mai. Come fare? La risposta arrivò direttamente da Giacomo che sviluppò l’idea di satinare la bottiglia che lui stesso disegnò, permettendogli di conservare il vino e conquistare il commercio oltreoceano.

Le tre generazioni successive hanno poi sviluppato l’azienda che ha fatto conoscere i vini Montresor in tutto il mondo. Dalla prima bottiglia di Recioto Rustego secco del 1946, alla presentazione in Canada nel 1969 di quella che presto è divenuta un’icona dei vini veronesi in Nord Americal’Amarone della Valpolicella in bottiglia satinata. La Montresor in questo modo ha contribuito alla crescita di un territorio, quello della Valpolicella, che oggi è riconosciuto come un’eccellenza viticola in tutto il mondo.

Nel corso di Vinitaly 2022 l’azienda ha festeggiato il suo 130° anniversario in un evento insieme a clienti, dipendenti e operatori da tutto il mondo. La ricorrenza è stata l’occasione anche per riaprire le porte ai propri clienti dopo due anni di lontananza, anni in cui l’azienda, malgrado le difficoltà legate alla pandemia, è stata tutt’altro che ferma.

A partire dal 2019, infatti, Cantine Montresor ha portato avanti un progetto di ristrutturazione generale che ha visto la realizzazione di un nuovo impianto di imbottigliamento, un nuovo fruttaio per l’appassimento delle uve destinate all’Amarone, una bottaia completamente ristrutturata e una nuova area di cantina. Il tutto per un investimento di circa 3,5 milioni di euro.

E un traguardo importante come i 130 anni non capita tutti i giorni, merita di essere onorato con qualcosa di speciale. Ed è infatti con la bottiglia satinata, quella che ha reso celebre l’Amarone Montresor, che è stata celebra questa tappa della lunga storia della cantina. Durante Vinitaly è stato presentato in anteprima il risultato di un progetto enologico decennale arrivato a compimento: Amarone della Valpolicella DOCG Riserva 2012. Una chicca assoluta nel panorama enologico, fatta di dieci anni di affinamento per 6mila bottiglie in tutto.

Un prodotto iconico intimamente legato alla sua terra di origine, a testimonianza di un progetto iniziato nel lontano 1892, proseguito e consolidato nel corso dei decenni, al punto da fare conoscere i vini Montresor in 56 Paesi in tutto il mondo.

Related Post