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Lun. Dic 23rd, 2024

Marmellate, conserve e pesto, ma anche verdure sottaceto, miele e frutta essiccata. Sono la qualità e la genuinità a spingere gli italiani a preparare da sé beni alimentari, anche se aumentano le persone che praticano l’autoproduzione tra le mura domestiche in ottica di risparmio. È la fotografia che emerge dal sondaggio del mensile Vita in Campagna (www.vitaincampagna.it) – edito da Edizioni L’Informatore Agrario – che ha raggiunto quasi 1500 rispondenti da nord a sud per indagare le abitudini ai fornelli degli italiani, e che ha riscontrato come il 93% degli intervistati si cimenti in produzioni artigianali di cibi da dispensa. Di questi, il 64% indica come motivazione primaria la ricerca di alimenti dalla maggiore qualità rispetto a quelli acquistati al supermercato. Un’attenzione per il prodotto naturale e genuino che parte sin dalla selezione delle materie prime, con l’86% degli intervistati che dichiara di coltivare in proprio la frutta e la verdura che utilizza – un dato in crescita rispetto al 2020 –. L’11% sceglie invece di comprare i prodotti da orto che poi trasformerà, rispettandone però la stagionalità.

In crescita, inoltre, il numero dei consumatori che praticano l’autoproduzione per risparmiare: sebbene il 91% degli intervistati dichiari di dedicarsi a questo hobby da più di tre anni, il 27% ammette come il recente aumento del costo della vita abbia influenzato la scelta di autoprodurre beni alimentari, una percentuale che sale al 29% nel caso delle rispondenti donne. Un segnale che indica quindi che le contingenze storiche stiano influenzando tendenze e consumi. Per quanto riguarda le tipologie di prodotti che vengono preparati, il 67% predilige sughi e salse, mentre il 61% si dedica a marmellate e confetture e il 20% a verdure sottaceto e sottolio. Diverse le inclinazioni di uomini e donne: se i primi preferiscono i sughi e le salse, le seconde scelgono invece con più frequenza le marmellate e le confetture.

Il sondaggio ha consultato un campione di rispondenti provenienti da tutte le regioni italiane, con una prevalenza di intervistati uomini (71%).

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