Initiative, agenzia media globale del gruppo Mediabrands, guidata da Andrea Sinisi, ha rilasciato il report “State of Food”, l’osservatorio sulle tensioni culturali che connotano la relazione tra i consumatori e il cibo.
Sul solco di Stand Out In Culture, serie di report sui grandi temi culturali che riguardano il nostro Paese, Initiative ha voluto indagare, tramite un’ampia ricerca quali/quantitativa, le tendenze e i cambiamenti di un mercato tanto quotidiano quanto profondamente culturale ed emozionale.
Il post pandemia ha visto, tra i tanti cambiamenti sociologici e culturali, l’impatto di un nuovo modo di vivere il digitale, che ha pervaso ogni settore in modo incisivo e senz’altro irreversibile. Come il nuovo scenario ha impattato sul mondo Food? Com’è cambiata la nostra percezione, il nostro rapporto con la tavola, dopo tanto tempo in casa? Cosa cercano i consumatori italiani, quando aprono un menu?
Initiative, con la sua ricerca, ha cercato e dato risposta a questi interrogativi:
INFLAZIONE E INSTABILITÀ NON VARIANO I TENORI DI SPESA PER IL CIBO DEGLI ITALIANI
Notoriamente l’aumento di prezzi modifica il paniere della spesa dei consumatori, in ottica di risparmio e di riorganizzazione delle finanze. Ma, pur con un’inflazione al 7,8%, il carrello degli italiani non accenna a modificarsi: 24,5 milioni di italiani non intendono infatti variare il proprio stile di consumo nel settore alimentare, raccontandoci un mondo più ampio, non fungibile come ci si potrebbe aspettare.
NUTRIRSI A TUTTO TONDO: IL FOOD DIVENTA EXPERIENCE
“Non di solo pane” si nutrono i consumatori: oltre al gusto, il 78% degli italiani ricercano profumi, ricordi passati e momenti da catturare e da condividere sui social. In particolare, i giovani associano i pasti a momenti di convivialità e cercano i posti giusti per farlo (41%).
TRADITION REMIX: LA RICERCA DI NUOVE IDENTITÀ SUL SOLCO DELLA TRADIZIONE
La cucina è un processo e la cultura culinaria ingloba e si fonde con culture e tendenze, come quella della sostenibilità, che muove il settore food verso un rapporto più radicato con la materia prima, che porta a prediligere la qualità (+19%) rispetto alla quantità (-17%) degli ingredienti, e con la natura, in un’ottica di sostenibilità ambientale e di rispetto degli animali con piatti plant based (il cui mercato in Italia vale ora 200 milioni di euro). Healthy but tasty è un altro dei nuovi paradigmi: salutare, sì, ma senza rinunciare al gusto, nel pieno rispetto del proprio corpo ma anche del proprio…umore.
Mixare nuovi sapori, nuovi ingredienti, nuove ispirazioni: è questa la nuova tradizione. E questo è vero specialmente per i più affamati di novità, i giovani Millennials e i giovanissimi GenZ.
COME SI FESTEGGIA NEL POST PANDEMIA? FUORI A CENA
Il food delivery è un’abitudine ormai radicata ed estesa ad una larghissima parte di popolazione, ma non sostituisce il dining out nei locali, frequentati dal 96% di coloro che ordinano cibo a casa e luogo di celebrazione di occasioni speciali dal 72% del campione.
Il ritorno al ristorante non stupisce, inquadrando la tendenza a ricercare esperienze, quando si parla di cibo: esperienze che avvengono in modo unico e diverso in ogni locale, o almeno questa è l’attesa dei consumatori, in particolare dei più giovani, ovvero Generazione Z e Millennials, che senz’altro ne fanno occasione di condivisione social.
TAKE OUT FINALI PER I BRAND
Dopo due anni di pandemia, i bisogni e i desideri dei consumatori si fanno più forti e la disintermediazione del digitale, che rende tutto più vicino, più realizzabile, più rapido, ha settato più in alto le aspettative del consumatore.Vettori di cambiamento sono appunto la digitalizzazione, conmenu digitali, ordini, pagamenti in un click e altre innovazioni, e la tendenza al “binge experience”, ovvero al fare il pieno di esperienze, dopo un lungo tempo fatto di limitazioni e serate forzatamente a casa. I brand del settore possono fare dunque leva su questi trend e proporsi con un’identità rinnovata, calzata su quanto i consumatori cercano: occasioni da vivere a tutto tondo, momenti da ricordare, contenuti da condividere sui social che per molto tempo durante la pandemia sono stati solo spazio di post “throwback” e una forte digitalizzazione, in un mondo che ormai vive in modo seamless online e offline.