Strategie di acquisto e strategie di consumo: sono tante, e articolate, le risposte dei cittadini del mondo in chiave di prevenzione e riduzione dello spreco di cibo nelle case. E c’è un filo rosso che accomuna tutti, a qualsiasi latitudine, come privilegiare prodotti di piccolo formato (il 47% dei brasiliani, il 39% dei tedeschi, il 37% degli italiani) e acquistare più spesso il fresco e periodicamente i prodotti a lunga conservazione: scelgono di farlo il 57% dei sudafricani, il 42% degli spagnoli, il 45% dei sudafricani. E’ quanto emerge – secondo Adnkronos – dai dati del World FoodWaste Report dell’Osservatorio Waste Watcher International di Last Minute Market, su monitoraggio Ipsos per campagna Spreco Zero.
E ancora: nelle case del pianeta di decide spesso di programmare un menu settimanale, si presta attenzione a organizzare il cibo per data di scadenza, si privilegiano prodotti a lunga conservazione. Una strategia alla quale gli italiani sembrano meno sensibili è l’acquisto di grandi quantità di cibo (carne, pesce, verdure) da surgelare in piccole porzioni: solo 1 italiano su 2 dichiara di praticarlo, contro il 49% dei sudafricani o il 39% degli statunitensi. Altrettanto varie le strategie di consumo antispreco: è praticamente un plebiscito l’accorgimento di mangiare prima il cibo deperibile e a rischio scadenza, così come conservare il cibo cotto e avanzato, ed è abitudine internazionale assaggiare il cibo appena scaduto, per verificare se è ancora edibile, prima di buttarlo. Dalla lista della spesa all’organizzazione della dispensa, tutte queste strategie sono mediamente adottate da 7/8 cittadini del mondo su 10, nelle proprie case.
Quando si parla di ‘family bag’ aumenta la titubanza: è un’abitudine decisamente poco praticata in Giappone (23%), va un po’ meglio in Germania (49%) e Italia (50%), c’è invece maggiore dimestichezza negli Stati Uniti (78%) e in Sudafrica (79%).
E quali sono i provvedimenti pubblici che dal punto di vista dei cittadini potrebbero aiutare a ridurre lo spreco del cibo? Per tutti svetta la prospettiva di campagne capillari di educazione alimentare e sensibilizzazione dei cittadini sugli effetti negativi dello spreco per l’economia e l’ambiente: vale per tutti i Paesi, con livelli di consenso fra il 70 e l’80%, tranne gli Stai Uniti (58/59%). Sensibili alla questione etichette alcuni Paesi, l’Italia in particolare (84%), mentre l’idea di tassare chi spreca convince molto meno i cittadini internazionali, tranne italiani (54%), giapponesi e sudafricani (48%), così come l’aumento dei costi dei generi alimentari, come strategia per restituire valore al cibo: un’idea che resta il fanalino nella classifica dei provvedimenti pubblici antispreco.
Ma che effetto fa sprecare? Il pensiero di tutti va innanzitutto al danno economico: succede per 8 cittadini del mondo su 10 (dal 78% dei tedeschi all’86% dei sudafricani). C’è grande consapevolezza, in Italia, del pessimo esempio per le giovani generazioni (81%), della questione etica (81%) e delle conseguenze in termini di spreco di risorse (acqua, energia, suolo, 79%) e inquinamento (77 %). Un po’ meno attenzionate, in Itala, le conseguenze legate al riscaldamento globale o all’efficienza del sistema produttivo, mentre in media tutti i Paesi riflettono sullo spreco come causa di diseguaglianza fra Paesi ricchi e Paesi poveri.
E’ la frutta l’alimento più sprecato del Pianeta
E’ la frutta l’alimento più sprecato del Pianeta: in Italia gettiamo individualmente 30,3 grammi di frutta alla settimana, segue l’insalata con una media di 26,4 grammi pro capite e il pane fresco con 22,8 grammi. Ci superano però gli Stati Uniti, con 39,3 grammi a testa, la Germania con 35,3 e il Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa. E’ quanto emerge dal World FoodWaste Report 2022 dell’Osservatorio Waste Watcher International di Last Minute Market, su monitoraggio Ipsos per campagna Spreco Zero.
In tema di spreco della frutta vanno meglio il Sudafrica (11,6 grammi) e la Francia (25, 8 grammi). E ancora, in Italia gettiamo ogni settimana 21 grammi di verdure e ben 22,8 grammi di tuberi, aglio e cipolle. Mentre altrove, nella classifica degli alimenti più sprecati, entrano per esempio latte e yogurt (38,1 grammi settimanali negli Stati Uniti, 27,1 in Germania) o ancora gli affettati e salumi (21,6 grammi in Francia, 14,2 grammi settimanali in Giappone), ma anche riso e cereali che in Brasile si gettano per 27,2 grammi settimanali, o i cibi pronti che i giapponesi sprecano in misura media di 11,5 grammi settimanali.