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Mer. Nov 20th, 2024

Una nuova cisterna latte per San Patrignano. E’ questa la preziosa donazione fatta da Gardalatte di Brescia alla Comunità, un aiuto che permetterà un mantenimento della qualità e se possibile un miglioramento dei prodotti caseari di San Patrignano, visto che la cisterna ha una capacità di 7200 litri con un impianto automatizzato di lavaggio e dotata di un efficiente impianto di refrigerazione. 

“E’ una cisterna molto capiente, che ci permetterà di risparmiare tempo ed energie, dato che finora abbiamo portato avanti la stessa attività con tre diverse cisterne – spiega Roberto Bezzi, presidente della cooperativa agricola San Patrignano – L’installazione di questo nuovo strumento ci permetterà di ridurre ancora i rischi di innalzamento di cariche batteriche e, cosa non meno importante in questo periodo, di ridurre sensibilmente i costi energetici e velocizzare le attività di stoccaggio e utilizzo”. 

Una strumentazione importante che la comunità non avrebbe potuto permettersi, ma che è diventata realtà grazie all’interessamento di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti nazionale e alla generosità di Gardalatte, presieduta da Walter Giacomelli. “La nuova cisterna per le lavorazioni lattiero casearie donata dalla cooperativa Gardalatte rappresenta un bell’esempio di solidarietà e collaborazione per sostenere l’impegno di San Patrignano e dei suoi ragazzi su un percorso di continuo miglioramento sul fronte della qualità e della sicurezza delle produzioni agroalimentari” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza del ruolo dell’agricoltura sociale nella crescita dei territori e delle comunità che vi abitano”. 

San Patrignano da oltre 30 anni, fra le sue attività presenta un allevamento bovino e un caseificio. Una filiera a metro zero, che oltre a dare vita a prodotti di qualità, permette ai ragazzi in percorso di formarsi professionalmente in settori che sono continuamente alla ricerca di nuovi lavoratori. Agli allevamenti sono 45 i ragazzi che imparano a prendersi cura delle vacche da latte e che provvedono alla mungitura. Sono 50 invece quelli impegnati al caseificio che si occupano della trasformazione del latte in formaggi freschi, come squacquerone o ricotta, stagionati o semi stagionati. Insegnamenti che negli anni si sono rivelati più che preziosi dati i tanti ragazzi che al termine del percorso di recupero si sono reinseriti nel mondo allevatoriale o casaro. 

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