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Dom. Dic 22nd, 2024
Massimiliano CattozziMassimiliano Cattozzi

Intesa Sanpaolo e l’Associazione Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo hanno siglato un accordo grazie al quale la banca ha stanziato un plafond da 50 milioni di euro e definito specifiche misure sotto il profilo del credito per sostenere le imprese associate dell’agroalimentare italiano. Aziende impegnate nella definizione dei Progetti di distretto del cibo, come previsto dal Decreto del MASAF di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico, per accedere ad importanti agevolazioni statali.

La Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo è stata costituita nel 2021 con l’obiettivo di rappresentare unitariamente gli interessi dei distretti, di salvaguardare e tutelare il patrimonio ambientale, culturale, turistico, paesaggistico ed enogastronomico rappresentato dal sistema dei distretti agroalimentari e di far conoscere in Italia e nel mondo il patrimonio immateriale, la ricchezza di paesaggi e le qualità dei territori. Tra gli obiettivi della Consulta Nazionale si evidenzia quello di valorizzare e accreditare l’esperienza dei distretti anche nella loro funzione di “ente intermedio”, per rafforzare la capacità progettuale e di iniziativa dei territori e per una migliore gestione delle risorse disponibili.

L’accordo nasce dalla comune volontà, di Intesa Sanpaolo e della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo, di sostenere le piccole e medie imprese del territorio legate ai distretti alimentari italiani al fine di superare le attuali difficoltà e accrescere gli sbocchi nei mercati anche internazionali favorendo nel contempo il supporto finanziario agli imprenditori agricoli che intendono realizzare nuovi investimenti e che hanno interesse a ricevere consulenza su temi come il ricambio generazionale, l’aggregazione e l’innovazione.

In tal senso Intesa Sanpaolo metterà a disposizione delle aziende aderenti ai Distretti del Cibo i propri prodotti e servizi tra cui i finanziamenti destinati alla valorizzazione delle filiere produttive italiane, anche attraverso gli accordi di Filiera e/o delle Reti di Imprese, interventi destinati alla digitalizzazione e alla sostenibilità, come lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e dei parchi solari. Interventi che rientrano nelle iniziative che la banca ha messo in atto in coerenza e a supporto degli investimenti legati al PNRR.

“Desidero esprimere apprezzamento per la celerità della Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo nel definire questo accordo che favorirà gli investimenti privati delle aziende agricole nei contratti dei distretti del cibo che hanno partecipato all’Avviso n. 10898 del 20.02.2020, finanziati con la scorsa legge di bilancio, e che in questi giorni si stanno sottoscrivendo al MASAF avviando la prima azione sistemica di sviluppo sostenibile e  coesione territoriale nel nostro Paese – ha dichiarato il presidente della Consulta, Angelo  Barone. – I progetti sono finalizzati a rendere più competitive le nostre imprese, rafforzare le filiere produttive, promuovere la produzione agroalimentare di qualità IGP e DOP e il turismo relazionale integrato, fare economia circolare, salvaguardare il territorio e la biodiversità, rendere vivo il paesaggio rurale e sono coerenti con il PSN-PAC e il PNRR nella transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili”.

“Essere a fianco della Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo con un plafond da 50 milioni di euro testimonia la volontà di Intesa Sanpaolo di rappresentare il punto di riferimento per il settore agroalimentare italiano – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. – Stiamo lavorando per valorizzare l’eccellenza della produzione alimentare dei distretti italiani e per supportare le aziende nel superare anche questo delicato periodo affiancando le molteplici realtà produttive nelle transizioni green e digitale e sui mercati esteri grazie ai nostri prodotti finanziari e alla consolidata esperienza dei nostri professionisti, riuscendo ad accompagnare oltre 1700 imprese nell’aggiudicarsi i bandi del PNRR per il settore agroalimentare”.

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