“E’ assurdo far pedalare una persona per mezza Milano per consegnare una pizza immangiabile”: è lo sfogo sui social di Salvatore Aranzulla, il blogger e divulgatore informatico che si è scagliato contro Deliveroo, la compagnia che consegna il cibo a domicilio.
Secondo quanto riporta Repubblica, il fatto è accaduto ieri, l’8 marzo, all’ora di pranzo: “Faccio un ordine su Deliveroo per ordinare una pizza da un ristorante vicinissimo a casa: l’app, per non so quale motivo, mi fa fare l’ordine da un punto vendita dalla parte opposta di Milano”, scrive Aranzulla su Facebook. “Il punto vendita selezionato vicino a casa era ancora chiuso al momento dell’ordinazione e l’ordine è slittato automaticamente nell’altro locale della stessa catena, che era già operativo e ha accettato l’ordinazione”, spiegano da Deliveroo.
“E’ assurdo far pedalare una persona per mezza Milano per consegnare una pizza immangiabile”: è lo sfogo sui social di Salvatore Aranzulla, il blogger e divulgatore informatico che si è scagliato contro Deliveroo, la compagnia che consegna il cibo a domicilio. Il fatto è accaduto ieri, l’8 marzo, all’ora di pranzo: “Faccio un ordine su Deliveroo per ordinare una pizza da un ristorante vicinissimo a casa: l’app, per non so quale motivo, mi fa fare l’ordine da un punto vendita dalla parte opposta di Milano”, scrive Aranzulla su Facebook. “Il punto vendita selezionato vicino a casa era ancora chiuso al momento dell’ordinazione e l’ordine è slittato automaticamente nell’altro locale della stessa catena, che era già operativo e ha accettato l’ordinazione”, spiegano da Deliveroo.PUBBLICITÀ
“Quando me ne accorgo, provo a sentire l’assistenza: sono disposto a pagare per l’ordine e la consegna, ma non a riceverlo perché non ha senso fare pedalare una persona dall’altra parte di Milano”, continua Aranzulla. E aggiunge: “Risposta: non è possibile e ti chiudono la chat. Insomma, hanno fatto pedalare per mezza Milano una persona per consegnare una pizza che è immangiabile. Ma andate a quel paese!”. Da Deliveroo replicano che la consegna è stata recapitata in meno di mezz’ora dall’ordinazione: un tempo di attesa medio per tutte le consegne, a partire dal momento in cui l’ordine viene confermato per essere poi lavorato e consegnato. E aggiungono che l’impossibilità di annullare l’ordine sia dovuta al fatto che la pizza era già stata preparata e non poteva essere buttata via, anche per una politica antispreco dell’azienda.
Nei commenti il divulgatore informatico ha pubblicato anche gli screenshot in cui si vede il tempo di attesa stimato per l’arrivo del rider e la chat con l’assistenza, in cui Aranzulla insiste sull’annullare l’ordine, facendosi addebitare i costi anche della consegna. Sotto al post sono comparsi tanti commenti a sostegno di Aranzulla e della sua sensibilità, ma anche disappunto sulla distanza percorsa dal rider: “Salvatore capisco il tuo sgomento, ma dalla Bullona a CityLife non è dall’altra parte di Milano. Per noi è uno sputo che si fa a piedi”, scrive un utente.