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Fare la spesa alimentare senza spreco costa 160 euro al mese per un single, 350 per una famiglia

Lo rileva l’analisi fatta dalla startup milanese (che serve Milano, Monza e Brianza) su circa 400 clienti e 7.000 ordini negli ultimi 6 mesi

Food fruit waste spreco

Planeat, la startup benefit, nata nel 2020 per combattere il fenomeno del food waste proponendo kit di ingredienti freschi, lavati, pesati e porzionati per famiglie e single, pronti per realizzare piatti e ricette senza sprechi, ha osservato abitudini di spesa e carrello dei suoi clienti più assidui e fedeli: dalle 2 spese alle 5 spese al mese.

L’attenzione è stata posta soprattutto alla categoria dei clienti che affidano alla startup quasi tutto l’approvvigionamento alimentare (4 spese mese): lo scontrino medio indica che un single spende 166 euro al mese per mentre una famiglia di 4 persone circa 350 euro poco più di 85 euro a componente salvando contemporaneamente dalla pattumiera dai 40 ai 70 kg di cibo all’anno (a seconda che si sia componenti di una famiglia di 4 persone o single) che si traducono in un range tra i 3,5 e i 6 kg al mese.

Mangiando cosa? Dall’analisi dei dati in mano alla società soprattutto fruttaverdurapasta (fresca e ripiena), sughiformaggipanepizze e dolci che rappresentano il 70% del carrello; a seguire carne (25%) e pesce (15%). E, ancora, piatti da cucinare soprattutto con ricette veloci (15 min) nel 54% dei casi, e piatti già preparati, e solo da ravvivare, nel 22 % oltre a salumi e formaggi nel 24% dei casi.

Nelle diverse categorie di pietanze nel carrello spiccano, come più acquistati, il pinzimonio come antipasto (kit), la lasagna al ragù come primo (piatto pronto), il filetto di branzino da scottare in padella tra i secondi (kit), le patate al forno tra i contorni (piatto pronto), gli ingredienti per la pizza margherita (kit), il prosciutto cotto affettato tra i salumi e formaggi e il cannolo siciliano (piatto pronto) tra i dolci.

Il quadro che discende dall’analisi condotta riproduce un carrello particolarmente virtuoso in termini di accessibilità economica e sostenibilità ambientale che, a sua volta, è il risultato di una accurata ingegnerizzazione informatica di approvvigionamenti, preparazioni e distribuzione. Mission di Planeat è infatti è contribuire all’adozione di comportamenti antispreco da parte del maggior numero di utenti e famiglie possibile: prezzi accessibili per prodotti di qualità, facili da utilizzare, è la strategia adottata dall’azienda per arrivare a un pubblico sempre più ampio.

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Dice Nicola Lamberti, fondatore di Planeat: “Grazie al nostro track record di informatici e ingegneri, siamo stati in grado di mettere a punto un sistema regolato al millimetro per gestire tutto il processo di approvvigionamento, preparazione e distribuzione scegliendo materie prime di ottima qualità, a prezzi e condizioni rispettose per i nostri fornitori: nulla viene acquistato in più e nulla sprecato. Il risparmio che ne deriva si traduce in prezzi molto accessibili per i nostri clienti” prosegue Lamberti “Come soci e azionisti abbiamo poi scelto di sacrificare una piccola percentuale dei nostri margini per contribuire a contenere il prezzo di vendita ai clienti; ponendo poco più in là il raggiungimento dei risultati pre-fissati ma contribuendo, con la nostra parte, alla massimizzazione del bene comune: ciò che secondo la teoria dei giochi di Nash contribuisce alla costruzione del massimo risultato per la collettività e ogni suo componente

Come viene calcolata da Planeat la quantità di cibo salvata dalla pattumiera?

Planeat, per ogni kg di cibo venduto calcola un 22% come stima di cibo risparmiato dalla pattumiera. Come è arrivata a scegliere questo coefficiente per calcolare i kg di alimenti “salvati”? 

La FAO indica che del totale del cibo prodotto in tutto il mondo, 1/3 venga buttato e solo 2/3 non sprecato. Volendo calcolare la quantità di cibo effettivamente sprecata (1/3) sul cibo consumato (2/3) ne discende che stiamo parlando del 50% del cibo non sprecato (1/3 è la metà di 2/3).

Osservatori e analisti concordano poi sul fatto che in occidente la maggior parte di questo spreco avviene dentro le mura di casa (stime da 50 al 65%).

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Grazie al modello di Planeat.eco che punta ad azzerare lo spreco (cibi porzionati nelle giuste quantità, pianificazione, approvvigionamento studiato per non sprecare nulla), assumiamo che tutto il cibo acquistato tramite Planeat.eco non venga sprecato.

Ne consegue che lo spreco risparmiato con questo modello corrisponde al 50-65% della metà di quanto acquistato, cioè il 25-30%. Sottostimando prudenzialmente questa percentuale, utilizzando le percentuali più basse citate nei diversi studi e ricerche, si ottiene circa il 22% di spreco evitato.

Food ESG Affairs

TM

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