Getir lascerà l’Italia, la Spagna e il Portogallo. Non è la prima, già a giugno Uber Eats aveva deciso di lasciare il Paese e anche Getir segue la stessa strategia.
Investirà – scrive Fanpage – nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e in Turchia, i Paesi che generano il 96% dei ricavi. Come spiega l’azienda: “L’uscita di Getir da questi tre mercati le consentirà di concentrare le proprie risorse finanziarie sui mercati esistenti in cui le opportunità di redditività operativa e crescita sostenibile sono maggiori. Getir è molto grata per il duro lavoro e la dedizione di tutti i suoi dipendenti in Spagna, Portogallo e Italia”. Strategie a parte, l’uscita di scena di Getir è un sintomo.
Nel 2022 il food delivery ha fatturato in Italia 2,8 miliardi di euro, corrisponde a circa il 4-5% del volume d’affari complessivo dei servizi di ristorazione. Ora cominciano le chiusure a macchia di leopardo. Luciano Sbraga, direttore del Centro Studi di FIPE Confcommercio ha spiegato a Adnkronos: “Il mercato del food delivery è molto competitivo e occorrono investimenti importanti anche da un punto di vista tecnologico. Inoltre, chi usufruisce di questi servizi come i ristoranti e le pizzerie, una platea di circa 25.000-30.000 esercizi, paga elevate commissioni che toccano anche il 30-35%”. Dopo il boom legato alla pandemia è quindi necessario rivedere in parte la struttura del settore. In Italia ora il food delivery sta attraversando una fase di consolidamento, si riducono le entrate e aumentano le difficoltà operative. Il rischio è un’ulteriore concentrazione del mercato, con le piattaforme più grandi che cercano di acquisire quote di mercato da parte dei concorrenti più piccoli.