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Dom. Dic 22nd, 2024

Stop al far west nel campo degli influencer, soprattutto quando sono portatori di interessi economici non sempre trasparenti. I loro post saranno passati al vaglio dagli esperti della Commissione europea e delle competenti autorità nazionali per identificare quelli che seguono pratiche scorrette a danno dei consumatori.

L’operazione, scrive Ansa che sarà lanciata nel giro di qualche settimana, è stata decisa da Bruxelles anche alla luce della dimensione assunta da un fenomeno in costante crescita e che, secondo le stime, quest’anno arriverà ad avere un valore di quasi 20 miliardi di euro. Ma non è solo una questione di soldi.

Il commissario Ue alla giustizia Didier Reynders, nel presentare l’iniziativa, ha voluto sottolineare che questo mercato interessa anche fasce della popolazione che meritano una tutela particolare.

“Il ruolo degli influencer – ha osservato Reynders – è in espansione e molti consumatori, spesso giovani o addirittura bambini, credono nelle raccomandazioni” lanciate attraverso la rete da queste persone. Che però, quando hanno una finalità commerciali, devono rispettare determinati obblighi legali. Quindi, sottolinea il commissario, “anche gli influencer devono attenersi a pratiche commerciali corrette e i loro follower hanno il diritto a informazioni trasparenti e affidabili”.

Per questo la Commissione Ue, oltre ad avviare un esame dei post messi in rete dagli influencer, ha voluto lanciare anche un ‘Influencer legal hub’ per dare a questi personaggi la possibilità di informarsi in maniera semplice e con dovizia di particolari sulle norme che devono essere rispettate quando conducono attività riconducibili al settore del commercio, ad esempio promuovendo e facendo pubblicità per determinati prodotti o servizi.

Attività, ricorda Bruxelles, che sono sottoposte alle regole Ue concepite per tutelare i consumatori. L’Influencer legal hub, sottolinea la Commissione, “li aiuterà a imparare in particolare quando, dove e come devono uscire allo scoperto con le loro attività di pubblicità praticate sui social media”.

Inoltre, il monitoraggio e l’esame dei post, sottolinea ancora la Commissione, servirà anche a capire se è necessario procedere al varo di nuove regole per rendere il mercato digitale sicuro almeno quanto i mercati tradizionali.

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